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8×8: interviste agli editor dei racconti finalisti (2)

Creato il 10 maggio 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

In attesa di conoscere il vincitore della quarta edizione di 8×8 che sarà proclamato a Torino, il 14 maggio (Salone Internazionale del Libro, Caffè letterario, ore 11,00), abbiamo intervistato gli editor Raffaella Lops, Davide Musso, Alessandra Penna, Dario Rossi e Christian Soddu cui sono stati assegnati i racconti selezionati. Sul sito di Oblique potete leggere gli editing.

Alessandra Penna, editor di Newton Compton, ha editato il racconto di Francesca Morelli Il vestito buono. Qui la nostra recensione.
1. Ci può elencare i pregi e difetti del racconto che le è stato assegnato?
Pregio: la compattezza della storia e la capaicità di rivolgersi in modo molto diretto al lettore (quasi fosse una giuria). E’ in qualche modo un monologo che riesce, in poche battute, a far capire al lettore la situazione in cui si trova, il personaggio principale (che è il narratore) e l’atmosfera che gli ruota attorno. Direi che, pur nella sua compiutezza, potrebbbe anche essere un buon inizio di romanzo. Il difetto? Non saprei dirlo bene, forse l’uso eccessivo del dialetto. ma non sono certa sia un difetto.

2. Quali margini di intervento ci sono su un racconto breve come questo?
Non breve come questo, ma questo, che è particolare perché è narrato in prima persona da un protagonista unico. Non troppi. Si tratta di limare, di evitare qualcosa di troppo. Di far sì che la compiutezza del racconto non abbia cedimenti. Che lo stile tenga, che il lessico sia il più appropriato possibile.

3. Quanto incide sul buon esito del suo lavoro avere a che fare con un autore alle prime armi?
Direi che non conta. Ci sono autori alle prime armi gelosi di quello che hanno scritto e non sempre ben disposti a rivedere quel che ritengono già compiuto. E ci sono autori che hanno già pubblicato, assolutamente aperti a qualsiasi osservazione o consiglio dell’editor. Ammetto che nel mio percorso, quello con gli autori è un rapporto sempre molto disteso: dialettico ma positivo. E che raramente ho incontrato persone restie ad accogliere quanto io potevo offrire.

4. Se questo racconto non fosse stato selezionato da 8×8 ma le fosse capitato casualmente sotto gli occhi, lo avrebbe comunque preso in considerazione?
La casa editrice per cui lavoro non pubblica da molto tempo racconti. Se lo avessi letto, credo che in ogni caso mi avrebbe colpita quello che ritengo il pregio: la capacità di rivolgersi al lettore e dirgli: ascolta quello che ho da raccontarti.

5. Quali scenari si apriranno per il vincitore della finale di Torino?
Non so dirlo con certezza. Ma è possibile che qualche editor lo noti. E forse non solo il vincitore.

6. Può dirci quali sono le maggiori soddisfazioni e i peggiori rimpianti nel mestiere di editor?
Inizio col rimpianto: non poter pubblicare un libro che si ritiene bello perché magari troppo distante dalla linea editoriale della casa editrice. Le soddisfazioni: non ho dubbi, il lavoro sul testo con un autore. La sintonia che si crea e che permette all’editor di indicare strade e all’autore di percorrerle. E’ l’autore che scrive o riscrive, o sviluppa, ma l’editor può essere capace di interpretare dove l’autore voleva andare o dove è bene che vada. Questa è la soddisfazione/gioia più grande, perché è il momento insieme razionale e creativo di questo lavoro.


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