Magazine Gadget

99 Levels To Hell – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 06/03/2014

Cover 99 Levels To Hell

PC TESTATO SU
PC

Genere: Azione, Gioco di Ruolo

Sviluppatore: B-Evil

Produttore: B-Evil

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 26/02/2013

VISITA LA SCHEDA DI 99 Levels To Hell

Pro-1Difficile... Contro-1... Ma frustrante

Pro-2Atmosfere notevoli Contro-2Alcune scelte di design discutibili

Pro-3Gameplay frenetico e veloce... Contro-3... Ma dai trailer ci aspettavamo qualcosina in più

Un po’ Terraria, un po’ The Binding of Isaac, 99 Levels To Hell, ad opera del danese bom667, cavalca l’onda di successo del filone prettamente indie che mira a conquistare gli appassionati con una formula di gioco old-school, allegando spesso ad un livello di difficoltà elevato dosi di gore talmente esagerate da risultare comiche e soundtrack accattivanti, dal techno che richiama l’8-bit a sfumature di metal, generi solitamente apprezzati dal giocatore “nerd” medio (me compreso, NdR). Il trailer ufficiale è un concentrato di pura epicità, azione a non finire e sangue a fiumi, il tutto condito da un ruggito di chitarra in grado di far impallidire le band più incavolate, preannunciando del sano agonismo ludico come non ne forniscono più le grandi aziende. Dopo un periodo di gavetta il titolo è finalmente approdato su Steam, ciononostante, copia digitale alla mano, il prodotto non è riuscito appieno a soddisfare il nostro appetito. Il motivo? Scopritelo nella nostra recensione.

99LTH logo

STARWAY TO HELL

Una tortuosa discesa nei meandri della terra, nei panni di un improbabile eroe, armato di schioppo e bombe, alla volta dell’inferno. Una passeggiata come tante insomma, motivata da una trama oscura, apparentemente slegata dalla nostra condizione, raccontata gradualmente (e in maniera del tutto opzionale) da un narratore esterno, caratterizzato da una voce profonda e vagamente familiare. Pochi giri di parole, non è l’intreccio narrativo il tratto saliente di 99 Levels To Hell, ancor meno lo stimolo necessario a proseguire l’avventura, tuttavia avvicinarsi ad uno dei leggii ed ascoltare l’evolversi della vicenda mentre ci si prende una pausa nella safe room ha il suo perché. Ovvio, possiamo tranquillamente ignorare qualunque tipo di pausa e tirare dritto, ed in tal caso quel che resta del gioco è “semplicemente” un platform bidimensionale in salsa “run and gun” duro e puro, che si snoda attraverso cento livelli (come da titolo) di intensità crescente, scandito ogni dieci da una boss fight, alla cui dipartita potremo beneficiare di un piccolo aumento di salute e di un checkpoint permanente in caso di game over. Gli stage, pullulanti di trappole e mostri, sono generati in maniera casuale (pur attenendosi a schemi fissi che tenderanno a ripetersi nel tempo), ma sostanzialmente l’itinerario a cui affidarsi sarà sempre il medesimo: trova chiave, apri porta, ripetere, facendo stragi di qualunque essere osi ostacolarci.

Semplice, intuitivo, frenetico, punitivo, questo titolo nasce volutamente “vecchio”, quello stile vecchia scuola che sembra farsi beffe del giocatore, mandando a monte ore di sforzi per una banale disattenzione, penalizzando una mossa poco ponderata, lasciando spesso al fato il destino del disgraziato di turno… Una soluzione “hardcore” indubbiamente, tanto che mancano giusto i pixel per dargli quel look da arcade anni ’80, peccato che assieme a questi elementi relativamente positivi gli sviluppatori abbiano conseguito un altro fattore che distingueva buona parte delle produzioni dell’epoca: la frustrazione. Il gioco è difficile, non troppo con il giusto equipaggiamento, ma comunque riesce a tenere impegnati anche i più ferrati in materia, occorrono riflessi, una buona mira e fortuna. Fortuna, esatto, in quanto una delle principali fonti di rage nel titolo indie in questione è l’eccessiva casualità degli eventi, sia per quanto riguarda i nemici, appostati negli angoli bui dello schermo, celati da oggetti sovrapposti o peggio generati nel preciso punto in cui fuoriusciremo da porte o portali, che i bonus, completamente assenti per intere sezioni per poi spuntare a dozzine in un singolo piano, negozi compresi, sbilanciando non poco il livello di difficoltà.

Vero, da un certo punto di vista queste grane si possono considerare una ulteriore “sfida” per creare tensione e tenere alta la concentrazione del giocatore, invogliandolo a riprovare più volte per non cascarci nuovamente, ma come reagire quando una morte prematura non dipende dalle proprie abilità ma da un setup infame? Quando si perdono cuori duramente guadagnati a causa di mostri sbucati fuori dal nulla? Quando un boss sembra imbattibile perché incapaci di infliggergli abbastanza danni, nonostante la cura riposta nel rovistare da cima a fondo ogni livello finora percorso? Quando si esce da una stanza per ritrovarsi un pipistrello a due pixel di distanza dal volto? Non abbiamo a che fare con un trial and error per poter soprassedere su ogni malefatta subita, ogni contatto porta inesorabilmente al game over, e schiattare dopo qualcosa come 60 e passa livelli per un nonnulla e non riuscire a superare i primi dieci nella run successiva non giova certo ai nervi. Ciò non fa che accentuare difetti altrimenti minori, come collisioni alle volte inaccurate (a nostro sfavore ovviamente), l’impossibilità di raccogliere l’equipaggiamento appena droppato (pregate dunque che il nuovo acquisto sia valido o siete condannati) ed una ripetitività di fondo che emerge già dopo poche sessioni, a cui l’arsenale piuttosto fornito ed i numerosi power-up non riescono a porvi rimedio, vuoi per la loro natura “volubile” o a causa della falla di design ivi descritta.

Alla luce delle lacune illustrate, 99 Levels To Hell riesce comunque a scrollarsi di dosso tutta la polvere facendo leva sul solo gameplay? È un gioco divertente? Sì, a sprazzi invero, tuttavia è innegabile che il senso di oppressione e smarrimento continuo, la necessità di muoversi a tentoni ma allo stesso tempo celeri per evitare il putiferio che si scatena allo scadere del tempo, l’atmosfera densa, tetra, in contrasto con il ritmo galvanizzante dell’azione, regalano grandi soddisfazioni ai temerari che avranno la pazienza di accettare e convivere con l’impostazione “user-unfriendly” che caratterizza il titolo, anche perché tra il cospicuo numero di livelli, armi e personaggi sbloccabili di carne al fuoco ce n’è a sufficienza per giorni. A seguito della recente release su Steam, il suo creatore ha apportato alcune migliorie all’infrastruttura con un corposo aggiornamento. La versione 2.0 ne migliora non poco la fruibilità, bilanciando il livello di difficoltà grazie ad una distribuzione più limpida delle varie feature, che assicura un’esperienza meno vincolata dalla natura randomica degli stage, inoltre è stato introdotto un sistema di high-score legato alla piattaforma, missioni secondarie “mordi e fuggi”, come uccidere un certo quantitativo di nemici o raccogliere pepite prima di abbandonare l’area, e più di 20 achievements, incentivando la già buona rigiocabilità; non sembra siano stati eseguiti ulteriori ritocchi alla formula di gioco o alla mole di contenuti.

LIGHT’EM UP

Tecnicamente semplice e leggero per le prestazioni, 99 Levels To Hell stupisce visivamente grazie ad uno stile di grande impatto. Location avvolte nelle tenebre si legano a background inquietanti, macabri, alternando castelli medievali e segrete infestate a cunicoli scavati tra budella pulsanti, spezzati di tanto in tanto da basi aliene tappezzate di lastre metalliche e schermi lampeggianti, diversità che ritroviamo anche nei mostri, tra ratti, demoni, blob, parassiti e robot, all’appello non manca nessuno. Pregevole l’illuminazione degli ambienti, soprattutto quando si entra in possesso della torcia, andando a creare dei giochi d’ombra impressionanti, che assieme ai dettagli architettonici e ai fragorosi effetti speciali restituisce un mondo più colorato di quanto possa sembrare inizialmente; elementari ma funzionali le animazioni, malati (in positivo) i vagoni di sangue versati. Lamentiamo solo un level design fin troppo spoglio, che tende ad accomunare un po’ tutte le aree di gioco.

Intrigante la colonna sonora, capace di creare un’atmosfera sinistra grazie al flebile sottofondo in un loop angoscioso, in linea con le location, meno con il tono chiassoso del titolo, per poi esplodere nelle boss fight con motivi heavy metal devastanti nell’immediato (l’esecuzione tende a scemare piuttosto rapidamente dalla memoria), che personalmente avrei gradito con maggior frequenza, data la carica che riescono a conferire. Con un impianto stereo di buona qualità si può assaporare ogni nota con chiarezza anche nelle situazioni più concitate, ma è con le cuffie che il titolo inizia a giocare con i neuroni. Le musiche, avvolgenti ed inebrianti, si lasciano ascoltare, per quanto alla lunga tendano a risultare ripetitive (schitarrate a parte), sono gli effetti sonori ad atterrire con una sinestesia da incubo: si ha quasi l’impressione di avere una voce nella testa che mormora parole incomprensibili, come se qualcuno (o qualcosa) ci stesse osservando, sparando ad intervalli regolari grida disperate, ululati, gorgoglii, rantoli come neanche un survival horror… Una sessione troppo lunga e possiamo dire addio alla sanità mentale. Ah no, per quello basta il gameplay…

99 Levels To Hell – Recensione IN CONCLUSIONE
99 Levels To Hell è un titolo controverso: vuole essere un platform, ma esordisce con una concezione dei livelli semplicistica e ridondante; vuole essere un action da cardiopalma, ma sembra premiare chi preferisce agire con cautela e pensare due volte prima di saltare nel vuoto; vuole esaltare, infervorare il giocatore, ma finisce per suscitare ansia, lasciando il piatto forte dell'offerta come una sorta di bonus di fine giornata; vuole mettere alla prova, coinvolgere quella cerchia ristretta in cerca costante di sfide, fallendo in parte a causa di diverse lacune di natura tecnica, che rendono l'esperienza non sempre godibile; vuole ricalcare i fasti del passato... No, questo gli riesce bene effettivamente. È curioso notare come gli spunti di maggior interesse di 99 Levels To Hell siano l'opposto di ciò che gli sviluppatori hanno sponsorizzato con vigore, riferito ovviamente alle esplorazioni, che compongono la stragrande maggioranza del titolo. Forse siamo partiti con delle aspettative sbagliate, ma da un gioco che propone azione, gore e metal ci aspettavamo qualcosa di più infernale; difficile, ma giusto nei confronti dell'abile giocatore; opprimente, oscuro, ma frizzante sia nelle meccaniche che nella presentazione. Ciò non toglie che la produzione B-Evil meriti le dovute attenzioni, soprattutto considerato il prezzo contenuto gli amanti delle sfide impossibili dovrebbero tenerlo vivamente d'occhio. ZVOTO 7
Voto dei lettori7
Registrati per votare!
ESCI DALLA MIA TESTA! COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :