Il 16 ottobre 1943 le truppe della Gestapo fecero una retata nel ghetto ebraico di Roma, sequestrando 1023 ebrei e deportandoli poi nei campi di concentramento di Auschwitz. Di questi sopravvissero solo sedici persone.
Non voglio farvi pistolotti di alcun tipo, lo sapete che non è genere mio, non voglio commentare con frasi fatte quanto successe perché neanche questo è nel mio stile. L’unica cosa su cui rifletto ogni anno in occasioni come questa o il giorno della memoria è che negli ultimi tempi, anziché andare avanti regrediamo. Il razzismo dovrebbe essere solo un ricordo e invece stiamo ancora al negazionismo e soprattutto, ci sono ancora persone che odiano gli ebrei e che considerano la loro razza (???) superiore.
Il dramma è che queste persone spesso sono giovani, dei ragazzi, a cui nè a casa, nè a scuola, viene spiegato veramente l’olocausto, si parla sempre meno spesso della persecuzione folle che gli ebrei hanno subito nel corso della storia. Basti pensare soltanto che il termine “ebreo” viene ancora utilizzato da tanti per indicare una persona avara e attaccata ai soldi, cosa che a me ha sempre fatto andare in bestia.
Io dico che è colpa dell’ignoranza e se non si fa qualcosa per combatterla, le cose andranno sempre peggio. Probabilmente questo post non se lo leggerà nessuno se non i miei affezionati (e amati) lettori ma io credo che se anche tutti noi ricordiamo il rastrellamento e ne parliamo almeno con un’altra persona, magari giovane, non tutto sarà perduto.