Un po’ di sole e qualche goccia di pioggia - perché anche il cielo ha voluto farsi sentire presente - hanno chiuso il mese mariano per eccellenza, in una domenica pomeriggio in festa, a Bastelli. Il parroco don Gianemilio, con don Andrew, ha inaugurato e benedetto il quadro della Madonna Gratiae. L’olio su tela di 100 x 70 cm. donato dalla pittrice Lorenza Cavalli a don Amos Aimi, è stato collocato in una teca sotto il porticato attiguo al lato sinistro della chiesa.
Lo scoprimento della teca
Poco prima all’interno era stato recitato il Santo Rosario, con Virginia e Savino, vestito da chierichetto, a dividersi le decine di Avemaria, mentre il canto della soprano Giusy di Salsomaggiore accompagnato alla pianola introduceva i Misteri enunciati da don Gianemilio. La storia comincia diverso tempo fa. Lorenza aveva promesso a don Amos un quadro raffigurante la Madonna delle Grazie, per tradurre, in riconoscenza del bene ricevuto, uno tra i suoi messaggi più importanti: l’importanza e la facoltà che abbiamo di chiedere grazie. Questo prima ancora che egli si ammalasse. La pittrice, fidentina di nascita e milanese di adozione, non solita a temi sacri, ma a ricerche di luce in opere astratte, figurative (nelle ‘tele nautiche’ in particolare), gli porta a vedere l’opera abbozzata quando già si sta curando con la chemio, a Parma. Don Amos rimane incantato dalla dolcezza che sprigiona il viso di Maria e dal gesto invitante delle mani e dice che non può accettare un dono così grande. Lorenza però è decisa e gli porta il dipinto compiuto a fine novembre, solo un mese prima della sua morte. Don Amos si commuove e le esprime una gratitudine immensa, che è pura gioia per entrambi. Tiene il quadro qualche giorno ai piedi del letto, poi lo destina alla chiesa a lui più cara, per la quale tanto ha fatto con l’intenzione di promuoverla a santuario mariano: a Sant’Anna di Bastelli e ai suoi parrocchiani. Il suo desiderio di sistemarla in una teca vicino alla stele mariana che si trova in fondo al prato dietro la parrocchiale, si scontra, però, con la mancanza di denaro per le spese.La benedizione dell'immagine
Il quadro rimane così mesi in sagrestia, anche perché non c’è un angolino in tutta la chiesa (fatta decorare con varietà di linguaggi, ma con tanto amore, da tutti gli artisti che il prete conosceva), per poterlo appendere. La Pasqua successiva Lorenza recupera l’opera che si sta deteriorando per l’umidità, la riporta a Milano per risanarla e comincia a cercare sostegno per una collocazione fruibile. La nipote di don Amos Angela, insieme ad Elisa Schiavone (una benefattrice cara a don Amos) e a pochi altri, sentito il parere di don Gianemilio, si offre di sostenere le spese. Intanto il giornalista della Gazzetta di Parma Paolo Panni scrive un articolo in cui espone le intenzioni di Lorenza. Daniele Borderi, artigiano residente a Rimale, lo legge e si rende disponibile a realizzare la teca gratuitamente. Questo anche perché egli è un Cavaliere Templare e sente gratitudine verso don Amos che è stato Minister Templi dei Templari Cattolici d’Italia, cioè uno tra i 90 sacerdoti in tutta Italia che ha scelto di diventare loro guida spirituale, celebrando spesso Messa nella chiesa di Cerro di Toccalmatto, riaperta e restaurata dall’Ordine (onorato nondimeno dalla presenza di adepti durante le sue esequie). Don Gianemilio propone per il progetto l’architetto Riccarda Cantarelli - pure lei cara a don Amos - e, insieme, suggeriscono di collocare l’opera sotto il portico della chiesa, al riparo dalla intemperie, poiché metterla vicino alla stele in una struttura protetta diventa complicato e molto oneroso; non ha tempo, però, di seguire il lavoro. Lorenza allora, tramite la cugina Antonella Azzali di Cella di Noceto, trova disponibilità nell’architetto Claudio Serpi di Bologna che in pochissimo tempo e con grande professionalità fornisce il progetto della teca e pure lui gratuitamente. L’intera realizzazione in ferro e la verniciatura a polvere resistente agli agenti atmosferici è stata donata da BT Tecnology nella persona, appunto, di Daniele Borderi, con la serratura blindata ideata da suo fratello Gianluca. Il materiale è stato donato dalla Ditta Cerri di Fidenza, il vetro di protezione per il quadro dalla Ditta Ilma Mobili di Castellina di Soragna, nella persona di Monica Pastori (Dama Templare). Il corrispettivo di tutte le donazioni equivale a cica 800,00 €. e, anche se il momento economico è difficile per tutti, i donatori di comune accordo vogliono beneficiare della cifra raccolta con le offerte, suor Elvira di Torino, una missionaria che continua a farsi carico di accudire tantissimi bambini abbandonati sottraendoli dalle mani di chi li vorrebbe guerriglieri. La custodia di metallo grigio è ideale e perfetta sia come linea sia come tonalità per dare il massimo risalto al dipinto in cui prevalgono i colori luminosi dell’incarnato, del bianco e dell’azzurro in una luce chiara. Riporta intagliata a laser la dedica con cui la pittrice vuole ricordare il sacerdote a tutti quelli che sosteranno davanti all’immagine. “In memoria di Don Amos Aimi che continua a sorreggere le anime indicandone il volo”. L’atteggiamento delle mani di Maria, un affettuoso invito ad avvicinarsi e a chiedere, e a cogliere, è nuovo come iconografia ma antico come significato. Chiedere intercessione, aiuto, cogliere sostegno, consolazione, guida. Maria, madre del Salvatore e mediatrice, simboleggia il nostro ponte per Gesù. Già Dante, poeta tanto amato da don Amos, nel XXXIII canto del Paradiso aveva messo in bocca a San Bernardo una preghiera alla Vergine delle Grazie, riportata anche nei testi sacri: “Donna, se’ tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazie e a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz’ ali. / La tua benignità non pur soccorre / a chi domanda, ma molte fiate / liberamente al dimandar precorre”. Persone venute da lontano, grate a don Amos, hanno voluto essere presenti - non ha potuto con dispiacere l’architetto Serpi - e la festa in onore della Madonna è riuscita col contributo di tanti, dei parrocchiani e del locale Circolo Ricreativo che ha aperto le porte e offerto il rinfresco insieme ai famigliari del Don. In particolare la sorella Roberta, con la figlia Angela, nel pomeriggio precedente ha tinteggiato di bianco il porticato e sistemato fiori vicino alla teca. Presenti, oltre alla pittrice col fidanzato e la madre, l’autore della teca, l’avvocato Stefano Pezzoni, frequentatore del gruppo di preghiera in parrocchia, con le figlie e lo scultore Alberto Allegri. Questi, amico di vecchia data del Don - dai tempi in cui giovinetto andava a dipingere a Fornio, dove ha conosciuto anche la sua mamma - negli anni settanta, con Italia Nostra ha continuato ad affiancare don Amos, insieme a Mino Ponzi e altri, collaborando alla riscoperta e al restauro di chiese e opera d’arte di Fidenza, come il recupero dello splendido affresco di San Giorgio. Alcuni partecipanti, alla fine, sono andati a pregare alla stele che il Don aveva voluto con tanta determinazione, nel prato, a piedi nudi sull’erba come lui ci aveva insegnato. D’ora in poi a una bella camminata nel verde riposante della campagna si può aggiungere una sosta sotto il porticato, come ai vecchi tempi, davanti a un’immagine accogliente che induce alla preghiera, anche se la chiesa è chiusa. E ascoltando il dialogo amichevole tra due signore presenti ho avuto la sensazione che qualche grazia inaspettata già volteggiasse nell’aria… C’è una coincidenza particolare legata al giorno dell’inaugurazione del dipinto: l’ultima domenica di maggio ora si celebra la Festa della SS. Trinità, ma un tempo era la Festa della Madonna delle Grazie! Non solo: don Gianemilio, che ha dovuto subito dopo abbandonare il luogo per andare di corsa a dir Messa alla Zappella, proveniva dai festeggiamenti offerti dai suoi parrocchiani di San Michele per il suo 30* anniversario di sacerdozio (anche se anticipati di un giorno)!Arrivo copia nella chiesa
di Maringà, Brasile
Benedizione dell'arcivescovo Anuar Batisti
Padre Bento fa incorniciare la Madonna Gratiae che viene inaugurata e benedetta solennemente il 10 maggio, con grande festa di fedeli, dall’Arcivescovo Anuar Batisti. Penso sia gratificante per Lorenza pensare a gente diversa ma con le stesse pene nel cuore, a migliaia di chilometri di distanza, a Bastelli come a Maringà, sostare davanti all’immagine della Madonna dal lei ideata, lasciandosi avvolgere dalla sua dolcezza invitante - da conservare nella mente, per evocarla poi a casa nei momenti di sconforto - sotto lo sguardo dal cielo di don Amos. Piccole storie che non fanno rumore ma che arricchiscono il mondo.Mirella Capretti
Fidenza 06.06.2015