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A Berlino ci sarà pure un giudice, ma qua il giornalista dov’è? Il dilemma arcano assilla…

Creato il 29 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Time-Person-of-the-Year_8364006Franco Luceri. Due grandi filosofie hanno segnato la storia umana dell’ultimo secolo: lacomunista egualitariache ha portato mezzo mondo ad implodere dopo decenni di scarsa produttività economica; e laliberista elitariache tiene a rischio esplosione l’altro mezzo, per eccessiva produttività, ma inesistente giustizia.

Partendo dalla ovvia constatazione che il mondo non è fatto di soli intelligenti e che un sistema sociale accettabile non può perdere pezzi di umanità per strada, i comunisti risolsero il problema della impossibile competizione fra diseguali, rendendo giuridicamente uguali tutti gli uomini. Mentre i liberali si illusero e si illudono che gli intelligenti, messi in competizione, producano per tutti, esclusi e poco produttivi compresi.

Non è andata così: gli inclusi non producono anche per gli esclusi. E la quantità di umani di tutte le razze, geni compresi, che il liberismo si perde per strada è allucinante.

Perciò i sistemi sociali andrebbero pensati per gli stupidi, in modo da essere accessibili e produttivi per tutti. Ciò che oggi producono i potenti sarebbe pure sufficiente, se la loro ingorda avidità non fosse incontenibile e ingovernabile.

Insomma, il mondo comunista è schiattato perché non ha saputo produrre abbastanza per tutti gli uguali; mentre quello liberista rischia la terza guerra mondiale, avendo imparato a perequare non la mostruosa produttività dei ricchi a sostegno dei poveri, ma le elemosine dei poveri per conservare a l’ingrasso i ricchi.

Perciò, creare leggi astruse e farraginose che impediscono una dignitosa integrazione produttiva onesta persino ai soggetti mediamente istruiti, è politica criminale, perché espone la maggioranza dei cittadini alla rapacità di burocrati, professionisti e banchieri, e mette la magistratura di fronte ad una tale montagna di ingiustizie pseudo legali, difficili o impossibili da perseguire, fino a paralizzarla.

Comunismo e liberismo (così concepiti), non sono in grado di assicurare un futuro a l’Umanità: il primo perché povero di ricchezza, il secondo di giustizia. Infatti, nei sistemi liberali, gli imprenditori non si arrendono per mancanza di politica intelligente e onesta, (a tanto sono abituati da millenni) ma per l’anomala latitanza di giornalisti e giudici, che si rendono disponibili a difendere i piccoli imprenditori massacrati da sindacalismo, burocrazia, fisco, usura e mafia, solo per certificarne il decesso: e come è ovvio, a pagamento.

Robert Maynard Hutchins, diceva che “è improbabile che la morte della democrazia sia un assassinio perpetrato mediante un’imboscata. Sarà piuttosto una lenta estinzione per apatia, indifferenza e sottonutrizione”.

Come dire, che nelle democrazie, la responsabilità dello sfascio è così ben diluita e spalmata su tutta la classe dirigente pubblica e privata, che in Italia, nemmeno azzerando politicamente la Prima Repubblica con la coraggiosa operazione “Mani Pulite” del giudice Antonio Di Pietro, si è riusciti a costruire una Seconda che non continui a sterminare imprenditori onesti e incolpevoli lavoratori, tenendo a l’ingrasso milioni di “parassiti”: corrotti, corruttori, truffatori, bancarottieri, ciarlatani, buffoni, strozzini, esattori conto proprio, faccendieri e farabutti.

E a questo punto una domanda sorge spontanea: tutto questo è imputabile in esclusiva alle due ideologie assassine sempre in guerra; oppure dobbiamo dedurre con Hutchins, che anche il farmaco “democrazia” non manca di assommare i suoi devastanti effetti collaterali?


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