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- Scritto da Marco Valerio
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 30 Novembre 2015
La leggenda del rock Marianne Lane (Tilda Swinton) è in vacanza sull’isola vulcanica di Pantelleria con il compagno Paul (Matthias Schoenaerts) quando arriva inaspettatamente a interrompere la loro vacanza Harry (Ralph Fiennes), produttore discografico iconoclasta nonché suo ex, insieme alla figlia Penelope (Dakota Johnson), provocando un’esplosione di nostalgia delirante dalla quale sarà impossibile mettersi al riparo.
“Tutto nel mondo è burla”: è proprio nell'aria che conclude il Falstaff di Verdi che Luca Guadagnino, per sua stessa ammissione (citando esplicitamente l'opera in questione in uno dei passaggi narrativi chiave) fornisce una delle principali chiavi interpretative di A Bigger Splash, suo primo film in lingua inglese dopo il successo internazionale di Io sono l'amore.
Un mondo grossolano e feroce quello descritto dal regista siciliano che prende spunto dal thriller La piscina di Jacques Deray per osservare una classe sociale borghese autoreferenziale e arrogante, isolata nella splendida cornice di Pantelleria, lontano dalla tragedia dei migranti che approdano sulle coste siciliani percepita distrattamente da radio e telegiornali o vista sporadicamente da vicino con fastidio e inquietudine.
Marianne e Paul decidono di arroccarsi in un microcosmo a parte, tanto affascinante quanto terribile in quanto amplifica per contrasto un senso di inadeguatezza e di disagio dinnanzi a una realtà complessa e contraddittoria da cui cercano di sfuggire. L'arrivo dell'anticonformista Harry, scheggia impazzita e libera da freni inibitori genera il caos nella posticcia tranquillità della coppia, facendo riemergere con la semplicità dell'allegria e della spontaneità tutte le tensioni latenti, i rancori mai sopiti e le ipocrisie che si celano dietro una facciata di ipocrita perbenismo.
Criticato per una seconda parte all'apparenza squilibrata e ad alto rischio macchiettismo, in realtà A Bigger Splash conta su una sorprendente coerenza interna (che meglio può rivelarsi allo spettatore dopo una seconda visione) che fa in modo che anche il tono decisamente sopra le righe e (a tratti) compiaciuto degli ultimi trenta/quaranta minuti del film sia funzionale al messaggio implicito di cui la pellicola diretta da Guadagnino si fa portatrice.
Trattasi, infatti, di una lucida e spietata analisi su un'umanità grottesca e squallida, violenta e meschina, sempre pronta alla prevaricazione in nome della difesa del proprio tornaconto personale, smaniosamente passionale e animalesca (non a caso circondata da serpenti, gechi e insetti di vario tipo), spaventata dalla solitudine e dai propri demoni reconditi, spaventosa quando rivela tutta la propria intrinseca viltà e stupidità.
Nel parodistico capo dei carabinieri interpretato da Corrado Guzzanti tutto ciò si rivela in maniera più caricata e evidente, foriera di un'ingenuità e di una dabbenaggine cui si contrappongono il cinismo e la freddezza calcolatrice tanto di Marianne e Paul quanto di Penelope, ragazza superficiale e annoiata, predisposta alla menzogna e alla manipolazione.
Imperfetto eppure stimolante, non sempre perfettamente coeso ma febbrilmente vitale, A Bigger Splash può contare su una colonna sonora rock a dir poco trascinante, in cui a fare la parte dei leoni sono i Rolling Stones, e due interpreti in forma smagliante come Ralph Fiennes e Tilda Swinton: il primo è volutamente sopra le righe, esagerato e esagitato ma incontenibile e nei panni di un uomo che ha deciso di affrontare le proprie paure ed è disposto a liberarsene lasciandosi andare e abbandonandosi a una sana e pericolosa follia; la seconda sa essere memorabile recitando solo con il corpo e con lo sguardo, privata della voce, ma non per questo meno espressiva ed efficace.
Voto: 3/4