Recentemente questo prezioso reperto è stato datato tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, un esemplare di valore incommensurabile. Ad effettuare la scoperta del rotolo è stato il professor Mauro Perani, ordinario di redazione del nuovo catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Universitaria. L'antichità del prezioso rotolo non era stata riconosciuta da Leonello Modona, un ebreo originario di Cento che, per anni, svolse funzioni di bibliotecario alla medesima Biblioteca di Bologna. Il suo catalogo, del 1889, attribuiva il rotolo al XVII secolo. Il testo del rotolo non tiene presente e non rispetta le regole fissate da Maimonide, morto nel 1204, che fissò in maniera definitiva tutta la normativa rabbinica relativa alla scrittura del Pentateuco.
Maimonide
Non si sa ancora come il "Rotolo 2" sia entrato nella Biblioteca di Bologna. Gli studiosi pensano che possa essere avvenuto precedentemente alle soppressioni conventuali operate da Napoleone. La Biblioteca Universitaria di Bologna, però, contiene altri preziosi manoscritti e codici, come il celebre Canone di Avicenna, con miniature splendide, riprodotte su moltissimi libri e note in tutto il mondo. E' da notare che il legame tra Bologna e la cultura ebraica è molto stretto. La pronuncia dialettale ebraica di Bologna è Bo-lan-yah e vuol dire "in essa alloggia il Signore" e nella città emiliana fu stampata, nel 1482, la prima edizione in assoluto del Pentateuco ebraico.Maimonide (Mosheh ben Maimon) era un filosofo, giurista e medico ebreo, che lasciò la Spagna ancora fanciullo, a causa della persecuzione degli Almohadi. Si rifugiò prima in Africa del nord poi in Palestina e infine in Egitto dove esercitò la medicina alla corte di Saladino e resse la comunità ebraica del Cairo.
Il Canone di Avicenna si intitolava, originariamente, Kitab al-Qanun fi al-Tibb e venne scritto da Ibn Sina, più noto come Avicenna, medico, fisico, filosofo e scienziato musulmano vissuto nella Persia del X secolo. Il Canone fu una fonte medica considerata per secoli attendibile e chiamata, più semplicemente, Qanun, vale a dire "la legge", sia in arabo che in persiano. Fu l'opera che consacrò Avicenna a padre della medicina.