A Bormio

Creato il 26 marzo 2013 da Ant0n3l


Eccomi! Sono stata in vacanza, in montagna. Dopo l’uscita del mio ebook, avevo bisogno di “staccare” completamente e l’ho fatto. Sono tornata, dopo tanti anni, nel luogo dove ho trascorso grande parte della mia infanzia, Bormio. Sono stati quattro giorni meravigliosi. 
Filippo ha sciato per la prima volta, un po’ con la maestra e un po’ con suo papà (che scia benissimo). Sapete che cosa mi ha reso felice? Il fatto che abbia detto che sciare gli piace da impazzire. Sciava fino alla chiusura degli impianti, ha preso più volte la seggiovia e si è fatto qualche bella pista. Lui non ama gli sport in generale ma, a quanto pare, ama sciare. Come me alla sua età. Ha una “grinta” che io, come mamma, non mi aspettavo proprio. 
Ero partita con l’idea di stare quattro giorni a rilassarmi sulla sdraio, al sole, e a tenere compagnia al cane perché non scio più o, almeno, credevo di non sciare più. Non avevo neppure l’attrezzatura perché mai, nella mia vita, avrei pensato di ricominciare a farlo.

Beh, ieri mattina, non so cosa mi abbia preso ma ad un certo punto, improvvisamente, ho chiesto a mia sorella di prestarmi i suoi scarponi, i suoi sci e la sua giacca a vento:
«Ma sei sicura?»«S컫Ma scii con i jeans?»«Sì, tanto non cado».
So che è un’affermazione spocchiosissima ma, non so perché… ero sicura che non sarei caduta e così è stato. In realtà ho pensato di provare l’ultimo giorno che, anche se mi fossi rotta una gamba, non mi sarei rovinata la vacanza.
Non so se ve lo abbia già raccontato ma da piccola sciavo benissimo, facevo le gare… Volevano che mi trasferissi a Bormio per fare agonistica ed entrare nella nazionale perché ero brava nello slalom. Decisi di no. Non posso spiegarvi, a parole, cosa fosse per me sciare, salire su una montagna e fare una discesa, l’emozione, l’adrenalina, la velocità… la “sfida”. Dicevano che avessi “grinta”, da vendere. Sarà stato che ho rivisto il mio "vecchio" maestro, colui che mi ha insegnato a sciare ma ho pensato “Cavolo, perché non riprovare?”.Mia madre, appena mi ha visto con gli scii ai piedi, non credeva ai suoi occhi e mi ha detto, stupita ma con un sorriso a cento denti:
«Ma scii?»«S컫Te la senti?»«S컫Ma stai attenta, non hai neanche l'attrezzatura…»«Mamma, si vive una volta sola e, in caso, cado».
Arrivata in cima a una pista facilissima (e non vi dico come mi battesse il cuore), mi sono accorta che in fondo c’erano anche Filippo e il maritino, che mi guardavano. Ho fatto un sospiro profondo e mi sono buttata. Ho sciato ragazzi, non avevo paura. Sentivo Filippo che faceva il tifo “Mamma, mamma, mamma!” ed era felice. La sua maestra mi ha dato qualche dritta per lo stile che, anche se non completamente, ho perso. Pazienza… A me bastava “scendere”. Poi mi ha detto di prendere la seggiovia, di salire e farmi una bella discesa, di non preoccuparmi che si vede che so sciare. 
Abbiamo preso la seggiovia e mentre eravamo su Filippo mi ha detto “Brava mamma, così adesso possiamo sciare tutti e tre insieme”. Abbiamo fatto una pista che ricordavo alla perfezione… L’ho fatta cinquecento mila volte insieme a mio padre. Ho mandato avanti il maritino che doveva “seguire” Filippo il quale, avendo iniziato a sciare venerdì, scende ancora a spazzaneve ed era alle prese con le curve. Sono rimasta da sola, io e la montagna, io e il cielo. Ma forse c’era anche mio padre. Sono venuta giù come un fulmine. Mi sentivo bene, stramaledettamente bene. Sono arrivata al punto in cui Filippo si stava riposando e mi sono affiancata al maritino che mi ha guardato, ha voluto un bacio e mi ha detto “Cacchio, sei brava. Cosa aspettavi a farmi vedere che scii così?”.
Beh, ora la faccio breve… Sono felice di avere ricominciato a sciare, sono felice di essermi ricordata cosa volesse dire per me, l'emozione. Sono felice che ora possiamo sciare tutti e tre insieme. E sono felice di avere “vinto”.


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