Questa grande iniziativa, ha spiegato Casini è resa possibile dal Trattato di Lisbona che prevede, a partire dal primo aprile 2012, che almeno un milione di cittadini europei possa chiedere alla Commissione europea un atto giuridico. L’iter è molto più vincolante rispetto a quello delle petizioni italiane: la Commissione infatti deve obbligatoriamente dare una risposta ai proponenti ed i proponenti dovranno poter spiegare adeguatamente alle Istituzioni le proprie ragioni. La prima petizione europea sarà proprio quella presentata dai Movimenti per la vita di tutta Europa. Le difficoltà economiche e politiche in cui l’Unione si dibatte non devono infatti far dimenticare, come disse Giovanni Paolo II, che «la prima sfida è quella della vita».
«Occorre una grande mobilitazione delle coscienze per vincere la rassegnazione e la quiescenza di fronte alle aggressioni contro la vita», ha concluso Casini. «Si tratta di portare a compimento e perfezione il moto storico che, in nome dell’eguaglianza e della dignità umana, ha liberato gli schiavi, ha promosso i neri, esige la pari opportunità per le donne, proclama i diritti umani. Si tratta di offrire all’Europa l’energia per un vero rinnovamento civile e morale». Difficile prevedere l’esito di questa iniziativa, anche se le note posizioni laiciste dell’Unione non fanno sperare nella miglior soluzione possibile. È d’altronde importante mantenere viva l’attenzione sul continuo infanticidio legalizzato che sta colpendo il mondo occidentale e lavorare affinché l’Europa, cresciuta per duemila anni sotto lo Spirito cristiano, diventi avanguardia di un rinnovamento fondante.