Non ci sono ancora numeri precisi, ma al ritmo attuale Cibitoke e Mutakura, che hanno, insieme almeno 60.000 abitanti, potrebbero svuotarsi in una settimana: c’è chi scappa senza prendere nulla con sé, tanta è la paura di rappresaglie, altri portano con sé solo l’essenziale, lasciando il resto nelle case, col rischio che, come già successo, vengano saccheggiate.
Secondo testimoni oculari tra i fuggiaschi alcuni hanno lasciato Bujumbura, mentre altri hanno cercato rifugio in altre parti della città, più calme.
Nelle scorse ore, infatti, a Cibitoke e Mutakura si sono registrate anche vittime: almeno quattro, secondo la stampa.
Domani, inoltre, scadranno i cinque giorni di tempo dati dalle autorità agli oppositori affinché consegnino le armi.
In vista di questa scadenza il governo ha invitato gli ‘innocenti’ ad abbandonare le loro case per non essere coinvolti nella repressione.
L’atmosfera nel Paese preoccupa la comunità internazionale, con l’Unione Africana che è tornata ad esprimere “profonda preoccupazione” per le possibili “conseguenze devastatrici” della crisi. Gli Stati Uniti, a loro volta, hanno manifestato il timore che l’ultimatum di Nkurunziza possa portare a nuove “violenze a partire dal fine settimana”.
Lo ha spiegato l’ambasciatrice di Washington presso le Nazioni Unite, Samantha Power, che ha definito quella del governo “una retorica pericolosa e irresponsabile”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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