Antichi detti ed espressioni napoletani
riferiti al corpo umano
raccolti commentati e tradotti
di Roberto D'Ajello
Grimaldi & C.
€ 26,00 pagine 220; illustrato
isbn 9788898199105
Se a Napoli e dintorni qualcuno vi vuole ammarrà n'uocchio, state attenti perchè ha in animo di pestarvi,ma se, al contrario, vi vuole arapì ll'uocchie e vi chiede un colloquio a quatt'uocchie, allora rassicuratevi e ascoltatene i consigli che saranno certamente preziosi, magari invitatelo a pranzo ma non esagerate con le portate, vi dovesse ascì pe l'uocchie quanto state mangiando?
Ma bando alle ciance, ricordatevi che nella vita chi guarda cu ll'uocchie guadagna capocchie!
Dunque ora è d'uopo tacere, astiparse 'a vocca p' 'o fico, perchè spesso a vocca è larga, ricca,
ciarliera inutilmente, non è bene fa rebbeto ca vocca, mangià ca vocca cchiena,taluni addirittura,
che dio ci scampi! Hanno 'e voccapierte 'e San Giuvanne! Fuggiteli!
Potrei continuare all'infinito giocando con le parole del dialetto napoletano che indicano le varie parti del corpo umano e i detti antichi legati ad esse, senza annoiare (almeno spero).Rinverdire così espressioni di un patrimonio culturale,di una saggezza popolare che vede le proprie origini perdersi nella notte dei tempi,tant'è vero che alcune espressioni si usavano già quando i primi coloni di Rodi sbarcarono sull'isola di Megaride (oggi vi sorge Castel dell'Ovo). Per questo per me è sempre benvenuto chi, come Roberto D'Ajello, con pazienza certosina raccoglie e cataloga questo immenso patrimonio, prima che la globalizzazione ci renda tutti noiosamente e tristemente uguali.
I think the Neapolitan is better than English, or not?
di Luigi De Rosa
(disponibile in libreria fino ad esaurimento scorte)