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A casa in “tram”

Creato il 01 ottobre 2014 da Michelepinassi @michele_pinassi
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Oggi, per una serie di coincidenze, mi sono trovato a dover prendere il cosiddetto “tram”, che a Siena -premetto per i non senesi- altro non è che il bus cittadino. Ho perso il conto di quanto anni sono passati dall’ultima volta che sono salito sul tram, a Siena, e così l’occasione è stata interessante anche per vedere come è “evoluto” nel tempo il cosiddetto “trasporto pubblico urbano” (TPU), oggi gestito dalla TIEMME S.p.a., costituita aggregando le società Atm S.p.A. (Piombino – LI), Lfi S.p.A. (AR), Rama S.p.A. (GR) e TRA.IN S.p.A. (SI).

Devo prendere il 30, che percorre la linea Siena-Castello, circa 15 km, dal centro città fino alla periferia, passando da San Rocco a Pilli, la mia fermata. Arrivo così in Piazza Gramsci e, dopo aver acquistato il biglietto “fascia C” per 1.40€, cerco di capire dal grande cartellone luminoso a che ora ci sarà la prossima corsa e dove prenderla. Sono fortunato, dovrò aspettare solo qualche minuto: partenza alle 16:35 dall’Area 2.

Così, pochi minuti dopo, salgo sul “tram”. Intorno a me sono quasi tutti stranieri: marocchini, rumene, senegalesi…ma dove sono gli Italiani ? Dove sono tutti coloro che si lamentano dell’inefficienza del TPU ? Gli unici altri italiani oltre me, forse, sono l’autista ed una giovane ragazza, probabilmente studentessa: prevedibile, visto che ormai tutti, almeno a Siena, utilizzano quasi esclusivamente i mezzi privati per muoversi. Il TPU sembra essere diventato, pertanto, il mezzo di trasporto degli “ultimi”, di tutti coloro che non possono permettersi un mezzo proprio.

A casa in “tram”
A casa in “tram”
A casa in “tram”
A casa in “tram”
A casa in “tram”

Mi guardo intorno: il mezzo è ridotto piuttosto male, pieno di toppe, sporco. Penso che gli amministratori, Sindaco in primis, dovrebbero fare qualche viaggetto in tram, ogni tanto, anche solo per rendersi conto della realtà delle cose.

Accanto a me si siede una giovane signora, probabilmente marocchina o algerina, con in braccio una bambina. Quest’ultima, curiosa, vedendomi con il computer in mano, allunga la manina per toccare i tasti. Mi guarda, sorride, e così le avvicino, per gioco, il pc: le sue piccole dita saltellano delicatamente sui tasti, mentre la mamma, accorgendosene, educatamente si scusa e la allontana. “Ma no, signora, non si preoccupi…” rispondo sorridendo.

Nel frattempo due giovani davanti a me, entrambi di colore, iniziano a parlare e noto un curioso accento senese nelle loro frasi: la città è cambiata e sta ancora cambiando, attraverso l’integrazione delle seconde generazioni di immigrati che ormai sono senesi a tutti gli effetti, pur se economicamente deboli.

La signora di colore accanto a me si alza, preme il pulsante di richiesta fermata e mi saluta con un cordiale “arrivederci“. Ricambio, mentre il tram si svuota sempre di più: siamo ormai quasi a San Rocco, a 10 km da Siena e vicini al capolinea. Guardo l’ora: sono passati 20 minuti esatti dal momento della partenza da Piazza Gramsci e mi domando se, con l’auto o con lo scooter, avrei fatto prima…


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