1995: Home for the Holidays di Jodie Foster
Inspiegabilmente critica e pubblico Americano non hanno gradito, in Italia le cose sono andate meglio (Il Corriere della Sera ha parlato di “film godibile”, Film.tv.it di “commedia familiare acuta e intelligente come la sua regista”, Repubblica di “lavoro divertente, acuto, ben scritto”).
Il Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento) ricorda i Padri Pellegrini e il loro arrivo nel nuovo mondo nel 1620. Si festeggia l’ultimo giovedì di novembre. La tradizione vuole che i membri di una famiglia, anche se vivono molto distanti, si riuniscono in casa di qualche vecchio parente per ringraziare tutti insieme per ciò che possiedono: tacchino, mais, patate, zucche e salsa di mirtilli (secondo la leggenda, i cibi che mangiarono i primi coloni) riempiono tutte le case. Il Thanksgiving Day è senz’altro la festa più tradizionale e sentita degli Stati Uniti, da qui l’importanza che spesso Hollywood le ha attribuito in tanti suoi film. A casa per le vacanze rientra nel filone delle opere che mostrano genitori figli parenti incontrarsi-scontrarsi il Giorno del Ringraziamento. La chiave scelta verte più sulla commedia grottesca che sul dramma ma ciò non toglie intensità e profondità a un lavoro che evidenzia la bravura come regista di quel mostruoso talento che è Jodie Foster.
Brio e ritmo a profusione, encomiabile cura nella messinscena, rifiuto di retorica e facile sentimentalismo, colonna sonora da plauso, dialoghi arguti e mai banali… caratterizzano un film che vede riunito uno splendido complesso di attori, alcuni celebri altri meno… ma tutti da applaudire senza riserve.
Tratto da un racconto di Chris Radant, A casa per le vacanze ha anche il pregio di essere un accattivante omaggio alla tolleranza e alla comprensione nonché un invito (quanto mai attuale) a privilegiare i valori essenziali ponendo in secondo piano i beni di consumo.
p.s.
Un plauso incondizionato ai bravissimi doppiatori, doveroso ricordarne i nomi: