Il Comune di Castellammare di Stabia insiste con un rigido dress code e la consigliera viene messa alla porta. Si tratta di Tina Somma, rappresentante del Pd nella cittadina campana indossava un paio di leggings neri sotto il ginocchio e un magliettone molto coprente su un paio di sandali anatomici. Il custode del Municipio però non ha gradito tale abbigliamento e, impugnando un’ordinanza sindacale con cui si vieta di entrare nel palazzo con pantaloncini corti e infradito, le ha sbarrato la strada quando lei si è presentata all’accettazione.
Viene così riaperto il “caso” del “sindaco contro le minigonne”, vale a dire l’ex primo cittadino Luigi Bobbio, il sindaco-sceriffo del centrodestra autore di molte ordinanze su sicurezza e decoro finite sotto i riflettori della cronaca, tra cui quella sull’abbigliamento per l’accesso al municipio.
Stamattina volevo andare al Comune – spiega la consigliera Tina Somma – Ma sono stata fermata all’ingresso dagli addetti al varco che mi hanno mostrato l’ordinanza del 2010, firmata dall’allora sindaco Bobbio, e che è attaccata alla porta d’ingresso, in cui si vieta di entrare a chi non è vestito in maniera decorosa. Io ho tentato di far notare al custode che indossavo abbigliamenti più che decorosi, con dei leggings che mi coprivano le ginocchia e con una casacca fin troppo lunga. Chi mi conosce sa che non sono abitualmente né stravagante né provocante nel mio vestire, perché consapevole della mia età, ho superato i 50 anni, sia delle mie misure. Il sindaco Nicola Cuomo, successore di Bobbio, replica:
Appurerò se la norma è stata male interpretata dall’addetto alla portineria. Se ha ragione la consigliere Somma le chiediamo scusa. Ma partiamo dal presupposto che tutti debbano rispettare la norma affinché nel Comune non si entri in pantaloncini corti o con infradito.
E poi diciamocelo francamente, se sei un rappresentante politico non ti puoi presentare come se stessi andando in spiaggia, è sempre un ruolo istituzionale!