Leggo su La Repubblica che il Comune di Udine, pioniere in Italia, ha deciso di mettere il web 2.0 a servizio dei cittadini e che i risultati sono eccellenti.
“ePart” si chiama il servizio, che significa “electronic partecipation”, e che consiste nella possibilità per i cittadini non solo di segnalare i problemi, ma di seguirne l’iter che porta alla loro soluzione.
La segnalazione del disservizio parte sul web ed arriva in tempo reale all’attenzione dell’ufficio competente, viene valutata e approvata e nel giro di pochi giorni una squadra interviene sul campo e risolve il problema. Il tutto, dal giorno della segnalazione, fino al momento della soluzione, viene segnalato sul sito.
“L’idea viene dal mondo anglosassone, ma è un’azienda del Sud, la Posytron Engineering di Reggio Calabria, ad averla sviluppata in Italia. Come spiega il Ceo, l’ingegner Alberto Muritano: “La nostra idea è quella della e. partecipation, di trovare cioè un modo per consentire ai cittadini di partecipare attivamente alla vita del comune. Tutti possono intervenire e segnalare delle criticità: una buca sulla strada, un lampione rotto, le strisce pedonali sbiadite, il frigorifero abbandonato per strada; e contemporaneamente tutti possono controllare l’efficienza della pubblica amministrazione perché sul sito si può vedere quanto tempo passa tra la segnalazione e la presa in carico”. Il sistema ePart consiste in un software che viene venduto in abbonamento e il prezzo è in funzione del numero di abitanti della città che ne fa richiesta: tremila euro per 10 mila persone; ventimila per 100 mila abitanti; sessantamila per un sistema che deve servire 400 mila cittadini.
A Udine quasi la metà delle segnalazioni riguarda la manutenzione delle strade; quasi il 12 per cento la segnaletica; l’11 i rifiuti, fino a scendere allo 0,7 di fastidi legati al rumore. “La gestione tradizionale – racconta Antonio Scaramuzzi, da dieci dirigente dei servizi informativi e telematici del comune di Udine, dunque spettatore del “prima” e del “dopo” – era spesso lenta e inefficiente. Adesso siamo tutti sulla pubblica piazza e tutti dobbiamo essere più responsabili e trasparenti, siamo insomma “obbligati” a prenderci cura della città, pena il calo della fiducia”. Con grande, pare, soddisfazione. Come racconta la cittadina-collaborativa Margherita Timeus: “Per me è stata una grande ed entusiasmante scoperta. Su un campo di tennis del Comune c’era la rete rotta e il paletto arrugginito [solo questo ?: nota di stupore di Diarioelettorale]; sono andata sul sito del Comune ed è stato come fare un videogioco. Vai con la freccia sulla mappa, spieghi cosa non va, se vuoi mandi anche la foto. In un paio di giorni la rete era riparata e io, cittadina, mi sono sentita importante“.”
Ad Udine i cittadini sono soddisfatti, e si sentono importanti. Ad Udine dirigenti ed amministratori si preoccupano del calo di fiducia.
E a Castellammare?
A Castellammare non sembra proprio che la pubblica amministrazione si sia tuffata nel web 2.0 ma forse neppure nel web 1.0 e forse neppure nell’idea stessa di pubblica amministrazione quale servizio.
Tuttavia noi, zoticoni del web, ci ostiniamo a segnalare, con i mezzi di cui disponiamo, ciò che riteniamo dovrebbe urgentemente essere attenzionato dalla pubblica amministrazione, non mancando qui di ricordare le precedenti segnalazioni a quanti tra loro in passato fossero stati distratti e che già ci eravamo premurati di segnalare qui , qui e qui per richiamare solo le ultime.
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