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Bianco. La città è ancora molto bianca, e il bianco riduce la mobilità e invita alla lentezza. Nella piacevole pigrizia di una giornata “bianca” ho letto Il maestro nuovo, il primo romanzo dello scrittore americano Rob Buyea, in catalogo per Rizzoli (confesso che avrei preferito il titolo originale Because of Mr. Terupt, meno diretto e svelativo).Un libro particolare fatto di voci di bambine e di bambini che si rincorrono tra le pagine. Una quinta elementare della scuola di Snow Hill, nel Connecticut. Attese, paure, desideri, aspettative, rabbie, stupori diventano parole che raccontano il nuovo maestro, la vita scolastica, il mondo di fuori che determina il comportamento dei ragazzi. Tante parole per un maestro speciale che ascolta, capisce, suggerisce, frena. Un modo di fare scuola, il suo, pacato, coinvolgente, ricco di contenuti, di gesti, di azioni, un percorso educativo che aspira alla condivisione e all’inclusione. Poi succede qualcosa. Responsabile la neve, o meglio la palla di neve lanciata con forza contro il bersaglio sbagliato. Una palla proiettile e quella figura umana ferma su una traiettoria immodificabile. Le voci diventano più silenziose, bianche, e rimangono così anche quando la neve si scioglie. Sospese, attente a non peggiorare la situazione, a credere nel miracolo, a sperare che tutto torni come prima.“Io guardavo fuori dal finestrino i muretti di neve al lato della strada e cercavo di non pensare al giorno della palla di neve, ma era impossibile…” Un esordio davvero interessante per un ex-insegnante elementare, ora docente di biologia e coach di wrestling alla Northfield Mount Hermon School, pronto a scrivere una nuova avventura di Mr. Terupt.La traduzione di Beatrice Masini aiuta la lettura.Silvana Sola