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a che punto sono

Creato il 12 aprile 2013 da Verdeacqua @verde_acqua
Le cose sono abbastanza diverse negli ultimi tempi da come dovevano essere.
Non sono in cassa integrazione, intanto. Per lo meno per un pò non è possibile esserlo. Si trattava di una cassa integrazione in deroga (dell'azienda quindi e non del lavoratore) che in poche parole funziona così: l'azienda ha (tutt'ora) a disposizione 180 giorni di cassa fino a fine anno da sfruttare come e quando vuole. Si dà il caso però che siano arrivati tutti quei lavori che non dovevano esserci e quindi sono in ufficio tutti i giorni tutto il tempo, proprio come sempre. E sarà così per parecchi mesi. Come se nulla fosse successo.
E quindi è un bene. Perchè data la situazione è un'ottima cosa.
Le domande e i dubbi sono molti allo stesso tempo.
Da una parte mi chiedo se non ci sia stata un pò di fretta da parte di chi ci gestisce le cose, se forse non ci si è un pò approfittati di quello che è concesso, cavalcando l'onda della crisi esistente e lacerante. Se forse non era il caso di diffondere il terrore, se forse bastava aspettare una attimo. Dall'altra tutto quello vissuto nelle mura del mio ufficio, e che difficilmente riesco a lasciare lì quando esco, è davvero pesante, i rapporti si sono deteriorati e ultimamente lavorare è più faticoso che mai. Perchè quando il clima è pessimo è dura respirare al suo interno.
Perchè aver realizzato che per me era ora di andare via, di fare altro, di imparare a fare altro, è sempre un bene, ma se poi non è fattibile diventa un'altra difficile convivenza.
Sto per dire un'eresia, e mancare forse di rispetto a molti che sono in situazioni di cassa integrazione, ma ero arrivata al punto di vederla davvero come un'opportunità.
Quella di avere del tempo.
Tempo per ricostruire un qualcosa che sento di dover ricostruire, tempo per pensare al come, al cosa e tempo per provare a farlo. Tempo per riempire la mente con il nuovo, nonostante i problemi economici che questo avrebbe comportato e le paure del futuro. Invece continuo ad essere intrappolata in un lavoro che non è per me, in un ambiente che si è logorato, fatto di persone arrabbiate, confuse, stanche e nervose.
A giorni ringrazio, comunque. Perchè potrebbe essere peggio. Per molti è molto peggio.
A giorni, come una bambina viziata, vorrei poter avere quel tempo per concentrarmi sui progetti che rimangono ancora solo idee, poco realizzabili senza un momento a loro dedicato.
E poi c'è tutto l'altro grande discorso.
Sono in contatto con molte persone meravigliose, sono entrata nel magico gruppo del Bai Jia Bei e ho scambiato sogni e parole piene di speranza con donne meravigliose. Mi sono anche sentita in colpa, perchè io sono già mamma e so che la nostra ricerca, il mio percorso, è più semplice del loro, il mio dolore è più contenuto e meno comprensibile del loro, perchè loro sono anche più coraggiose di me, loro sanno lottare meglio di me. Le ringrazio, tutte, per l'esempio che sanno darmi. Le ringrazio perchè i miei sensi di colpa sono solo miei, mai mi hanno sentire diversa o esclusa. Hanno cuori grandi.
Ho ammesso che i ritmi e le pressioni della pma non fanno per me.
Ho preso una pausa, dalle punture e dalle attese, dalle delusioni e dalla speranza. Ho cercato di fermare il tempo, invano ovviamente, ho cercato di pensarci meno, mi sono concentrata su quello che c'è e che è del resto il mio punto di forza perchè è proprio da quello che so trovare l'energia.
E ci sto riuscendo.
Ho pensato ad altre possibilità, perchè il desiderio c'è e non posso dimenticarlo, non posso farne a meno, non me lo posso negare. Non ci voglio rinunciare e non voglio accantonarlo.
Ho riflettuto tanto, ne stiamo parlando ancora di più, e sono una persona grata.
Perchè Lui, quello Grande, c'è e io ci posso contare.
Perchè Lui, quello Piccolo, c'è e so che può bastare, lui sa riempire tutto.
Ho deciso che l'accanimento non era la strada migliore, non in un periodo in cui le cose sembravano non andare per il verso giusto, anzi avevano proprio preso la piega sbagliata.
Sono grata perchè le cose cambiano. Non per merito mio, ma per puro culo, e scusate il francesismo.
L'appuntamento preso con l'ospedale per fare una fivet in regime convenzionato era fissato da mesi per settembre. Non ci pensavo neanche più. Di certo non lo cancellavo. Tanto c'è tempo. Ebbene il tempo si è ridotto. Il primo colloquio (da cui non so quanti ce ne dovranno essere prima di passare all'azione) è stato anticipato a maggio. Cioè praticamente domani.
Andiamo a sentire? Certo!
Si è rimessa in moto la macchina mentale perchè la situazione è cascata dal cielo? Sì.
Come sto?
Stranamente tranquilla.
Ancora nel pieno forse del va bene lo stesso, non importa...
Senza troppa poesia ma consapevole della mia fortuna e felice di poter giocare ai pirati in un normalissimo pomeriggio come quello di ieri.
Sono una pazza incoerente? Sì, non ci sono più dubbi.

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