Una persona qualsiasi legge un giornale online e trova un giornalista che dice "le diete a basso contenuto di grassi non fanno dimagrire" citando l'ultimo studio di Lancet, una metanalisi enorme su più di 68 000 persone. Poi si gira dall'altra parte e trova un sito che gli spiega come dimagrire abbassando i grassi. Allo stesso modo, capita di vedere in televisione esperti che litigano sul miglior approccio possibile per il dimagrimento, a volte anche con toni accesi. Una persona interessata all'alimentazione magari vorrà saperne di più, e magari leggerà posizioni diverse su varie diete commerciali (come quelle di cui ho parlato su Diet Curiosity: dieta Dukan, dieta del supermetabolismo, dieta alcalina...) e si scontrerà con i più frequenti luoghi comuni, il latte fa bene VS il latte è veleno; la carne è cancerogena VS la carne è fondamentale e così via.
È ovvio che regni la confusione. Spesso i messaggi che arrivano sono contraddittori e non si riesce a capire quale sia la verità, puntando soprattutto sul sentimento, sulle emozioni: l'articolo scritto meglio sarà quello che vedrà più persone convinte. I venditori di fumo purtroppo puntano su questo: la confusione. Inventare una storia assurda, magari condita con linguaggio tecnico - non per forza corretto - che faccia presa su paura, populismo e curiosità (titoli come: "ecco i quattro veleni che l'industria ci propina tutti i giorni!") è molto più redditizio e facile che dare notizie corrette e tecnicamente rigorose. Aggiungiamoci inoltre che spesso si parla di fazioni, posizioni che si scontrano per partito preso e per vera e propria fede, ed ecco che la chiarezza e la correttezza non sono più parte dell'obiettivo del comunicatore di turno.
Purtroppo questo coinvolge anche i professionisti: ho sentito con le mie orecchie un medico dire che "il caffè contiene molte proteine" (giusto per verifica: 100 g di caffè espresso contengono 0.1 g proteine) e colleghi nutrizionisti asserire senza ombra di dubbio che il latte acidifica il sangue e che causa osteoporosi (cosa che, chi mi legge da un po', sa non essere vera: 1 e 2). Se andate da un nutrizionista, dovreste saper chiedere conto di qualsiasi cosa vi dica e che non vi torna. Sta a lui poi dover dimostrare le proprie tesi. Non abbiate paura di metterlo in difficoltà: se qualcuno dei miei pazienti mi chiedesse "dottore ma perché mi dà la carne di pollo? Non è cancerogena?" io spiegherei la mia posizione e, se non fossi in grado di farlo in quel momento o se non fosse soddisfatto, mi premurerei di assicurare al paziente l'invio di una mail chiarificatrice con eventuali riferimenti scientifici e spiegazioni meno tecniche. Se non dovessi agire così, il mio paziente farebbe bene a cercare qualcuno di più affidabile. L'onere della prova sta a chi fa un'affermazione e non c'è nulla di male a sottolinearlo.
Quindi non è tanto sapere le cose, non tutti facciamo lo stesso mestiere e io stesso mi affiderei totalmente a un ingegnere per costruire un ponte, o a un meccanico per sistemare la mia auto. Si tratta solo di avere l'accortezza di chiedere conto dell'operato. L'imbonitore non vi darà spiegazioni o vi risponderà "cerca su internet, è pieno di conferme". Il meccanico mi saprà spiegare perché ha dovuto sostituire le pasticche dei freni, l'ingegnere mi saprà spiegare perché ha deciso di costruire un ponte in legno invece che in ferro.
Date retta a chi sa spiegarvi le cose e si impegna nel farlo.
Brescia, 02 gennaio 2016Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Desenzano del Garda e Toscolano Maderno