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A chi interessa ancora Ruby?

Creato il 27 marzo 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Berlusconi_foreign_tripsdi Michele Marsonet.  La Ruby del titolo è ovviamente proprio lei. Karima El Mahroug alias “Ruby rubacuori”. Oppure, se si preferisce, la “nipote di Mubarak”. Dopo un periodo di silenzio, l’ormai 23enne ragazza marocchina è tornata di prepotenza sotto la luce dei riflettori. E non si tratta di riflettori qualunque, bensì di quelli di magistratura, grandi quotidiani, trasmissioni tv, social network e chi più ne ha più ne metta.

Sui principali giornali leggiamo dunque frasi di questo tipo. “Sembra potersi affermare” che la suddetta Ruby “con ogni probabilità si rechi ad Arcore” nei mesi di novembre e dicembre (2014), e che in tali circostanze “usi l’accortezza di spegnere il telefono cellulare già in fase di avvicinamento” (sic), giusto per “non far registrare la propria presenza nelle celle”.

Il desolante linguaggio burocratico, avverte il giornalista di turno, appartiene agli atti dell’inchiesta “Ruby ter”. Per farla breve, la ragazza è intercettata passo dopo passo dai magistrati e dai funzionari di polizia che applicano le loro direttive.

In parallelo procede anche l’inchiesta sulle cosiddette “olgettine”, un gruppo di altre ragazze legate a Berlusconi, delle quali vengono registrati spostamenti, presunte richieste di denaro e contatti – questa volta pare soltanto epistolari – con il Cavaliere.

Qualcuno s’era illuso che l’evidente declino politico del fondatore di Forza Italia, sommato al periodo dal medesimo trascorso ai servizi sociali, avrebbe posto fine al fotoromanzo a puntate che ha dominato per anni le discussioni sui mass media di ogni genere.

E non solo nel nostro Paese. Chi si recava all’estero quando lo scandalo era al culmine si sentiva spesso porre la domanda fatidica: “come sta Ruby?”, accompagnata da strizzatine d’occhio e da allusioni pesanti non solo a Berlusconi, ma anche all’Italia tutta.

Invece niente. L’attenzione del grande pubblico è nel frattempo scemata, per non dire quasi scomparsa. Non così per i giudici, che continuano imperterriti a controllare la vita privata di un uomo che da tempo non ricopre più cariche pubbliche. E, oltre alla sua, anche quella di persone a lui in vario modo collegate.

Forse farò la figura dell’ingenuo, ma poco importa. Pongo dunque, a mia volta, un quesito che non trovo affatto peregrino. E’ mai possibile che in un periodo come questo, in cui il terrorismo alle porte di casa, le varie crisi internazionali e l’evidente affanno della UE riempiono la scena, la magistratura non abbia problemi più importanti sui quali concentrare la propria attenzione?

Evidentemente no, dal momento che in alcuni ambienti le storie di Ruby, delle olgettine e via dicendo vengono percepite come serissimi problemi di Stato, di fronte ai quali tutto il resto merita di essere relegato nello sfondo.

E, sempre in parallelo, crescono dubbi e perplessità – per usare un eufemismo – sul modo in cui l’uomo di Arcore venne defenestrato per far posto al governo tecnico di Mario Monti. I sospetti si stanno rapidamente trasformando in certezze, anche grazie alle conferme di autorevoli leader politici stranieri che degli eventi suddetti sono in grado di fornire versioni di prima mano (e lo stanno facendo).

La domanda contenuta nel titolo di questo articolo è quindi pleonastica, ma solo in una certa misura. Ruby (e il resto) non interessa più alla stragrande maggioranza dei cittadini. Interessa invece moltissimo ad alcuni ambienti “che contano”, tuttora decisi a non mollare la presa su Berlusconi.

Considerata l’attuale situazione politica non è poi così facile capire perché. L’unica spiegazione plausibile è che si voglia consumare la vendetta sino in fondo, senza chiedersi se, a questo punto, ne valga davvero la pena.

Featured image, map of international trips made by Berlusconi as Prime Minister, source Wikipedia.

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