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a chi voglio darla a bere

Creato il 28 settembre 2011 da Plus1gmt

Non saprei dirvi quanta birra ho tracannato fino ad oggi, dalla prima lattina di Peroni acquistata a tredici anni con gli amici e bevuta di nascosto in vacanza che mi fece volare, con la testa che girava, giù dalle strade sterrate con la bici da cross, fino alla Ceres Top Pilsner che ha accompagnato una sedicente pizza preconfezionata Buitoni, offerta in omaggio al supermercato e, quindi, da buon ligure, testata gratis sulla mia pelle ieri sera a cena. In circa trent’anni una quantità pari a un lago intero, probabilmente. Mangiando o come aperitivo, con gli amici o in casa davanti a un film, con il caldo o sulla neve, pura e semplice o con additivi finalizzati a conquistare più velocemente l’oblio dei sensi. Adoro la birra, è l’unica bevanda che mi disseta, l’unico alcolico che reggo, l’unico liquido sufficientemente amaragnolo da non nausearmi con il retrogusto dolciastro. La mia devozione però ora si trova di fronte a un grande impasse. Il piacere giù per la gola e l’orgasmo fluido delle bollicine lungo l’esofago sono sempre gli stessi, incomparabili. Ma l’effetto di ebbrezza inizia a darmi fastidio, e spero non sia una cosa troppo grave da costringermi a rinunciare a uno dei miei passatempi preferiti. L’impressione di avere il corpo in balia di una sensazione di distacco che prima era così seducente, la testa lievemente asincrona rispetto al resto, ora mi sembra una violazione del corso naturale del comportamento, mi sento qualcosa scorrere al contrario, bloccato su una giostra dalla quale voglio scendere. Forse è un caso, la pizza Buitoni non c’entra perché mi era già capitato prima, spero passi. Ma la ripercussione esistenziale, con riflessione annessa, è stata inevitabile. Ho pensato che magari invecchiare è proprio così, un mettere in crisi tutte le certezze che si sono acquisite lungo una vita, fino all’ultima grande abitudine, quella di essere. Ci berrò un latte e menta su, e poi vi dico.



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