A come Adamo…

Da Albix

ovvero come Alessandra. Alla nascita gli venne dato il nome del fondatore dell’umanità; poi ha deciso di cambiare sesso e di chiamarsi Alexandra. E’ la storia di un poliziotto Gallese benvoluto da utenti, colleghi e superiori.Dopo avere superato il percorso psico-medico previsto per legge, ha ottenuto il diritto di cambiare sesso all’anagrafe. Quindi ha ripreso servizio in Polizia, ma come donna, con il diritto di perquisire le donne, quando in servizio, e ovviamente, di usare armadietti, servizi igienici e spogliatoi femminili (ciò che ha suscitato la protesta delle colleghe poliziotte). Inoltre qualcuno si è lamentato perchè Adam ha fruito in passato di periodi retribuiti di malattia e, adesso, con il nome di Alexandra, ha già ottenuto un periodo di permesso di malattia per andare in Thailandia e sostenere l’atto finale del suo percorso di trasformazione di genere: l’operazione chirurgica (10.000 sterline inglesi, circa 12.000,00 € la spesa prevista) che sancirà l’irreversibile ingresso di Alexandra nel mondo delle donne. I superiori lo hanno difeso a spada tratta sin dall’inizio, garantendogli  l’esercizio dei suoi diritti, previsti e disciplinati per legge.

L’argomento, di per sè assai delicato, è di grande attualità, soprattutto in un periodo in cui, le cronache politiche e giudiziarie si intrecciano su notizie che vedono coinvolti politici, transessuali e un contorno poco chiaro di loschi figuri che forse più dei protagonisti stessi, ne approfittano per svolgere le loro illecite attività.

Anche se è dato presumere che la realtà sia molto variegata e composita (data anche la presenza nel nostro territorio di numerosi stranieri) è opportuno non di meno chiarire che per l’ordinamento giuridico italiano (L. 14 aprile 1982 n. 164) la rettificazione di sesso può avvenire solo previo accertamento dei caratteri sessuali(art. 3 L. 164/82 cit).

Al di fuori del giuridichese è da chiarire che secondo l’ordinamento italiano o si è uomini oppure si è donne (il terzo sesso, insomma,  non è ammesso), anche e soprattutto dopo l’operazione chirurgica (prima si mantiene lo stato acquisito e dichiarato alla nascita).

Questo sul piano giuridico, anzi del diritto positivo (del diritto naturale dirò più in là).

Sul piano filosofico-morale il discorso diventa inevitabilmente di natura soggettiva e comunque molto più complesso.

le domande che vengono in mente sono tante, tanto più se si condivide una morale di tipo religioso.

Per i cristiani,  in ragione della natura divina della Creazione,  Dio ha creato maschi e femmine (v. Libro della Genesi).

Sembrerebbe, volendo conciliare il dettato biblico con il diritto naturale (ciascuno ha diritto ad essere ciò che si sente di essere psicologicamente), che si possa e si debba accettare la volontà di ciascuno di essere uomo o donna a seconda di come ci si senta.

Certo, quell’ordine “crescete e moltiplicatevi”, pone non pochi problemi all’interprete (i problemi sono ovviamente molti di più, ma qui si vuole soltanto accennare al tema, senza peraltro proporre soluzioni improbabili e ancor meno giudizi morali fuori luogo).

La realtà poi offre poi maggiori spunti di riflessioni e maggiori perplessità di natura etica.

Che dire, ad es., di chi, essendo donna, si sottopone ad un intervento chirurgico per prostituirsi nel mercato del sesso come transessuale?

Ovviamente per questi soggetti, a mio parere, vale il giudizio negativo che deve essere espresso per ogni tipo di vendita del proprio corpo.

E di un uomo che pur avendo spiccate caratteristiche fisiche femminili, le accentua (magari con delle cure ormonali) ma preferisce restare uomo anagraficamente e anatomicamente?

Qui forse si intravvede il “terzo sesso” vietato per legge, ma assai diffuso in ambito sessuale, al punto da attirare l’attenzione di molti maschi (di dominio pubblico le frequentazioni  di politici di primo piano, accertate e confessate trasversalmente a tutti i partiti).

Ma ancora al di là di tutto, al blogger, che registra nelle sue pagine un fenomeno sociale e di costume, resta da condividere con i suoi lettori la curiosità sul perchè dell’attrazione esercitata dai transessuali sui maschi italiani (e non solo).

Voglia di trasgredire? Semplice curiosità? Voglia di avventura? O un misterioso ed insondabile desiderio di trovare in una unica persona la femminilità che attrae per diversità ed il piacere omosessuale insito(in diversa misura)  in ogni individuo della specie umana con riguardo al proprio sesso?

Certo, questa supposta sintesi, dai contorni vagamente mitologici,  non convince chi crede fermamente che l’unica vera sintesi è quella magica della Natura: quella che dall’incontro di un uomo e di una donna fa scaturire la scintilla della nuova vita; ciò  che ha consentito alla specie umana di perpetuarsi nei millenni.

Per saperne di più:

http://www.dailymail.co.uk


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