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A cosa servono la Pubblica Amministrazione e lo Stato Sociale?

Creato il 01 ottobre 2011 da Marcar

Al di là e ben oltre le sciocchezze e le palesi falsità diffuse dalle forze politiche di centrodestra e di centrosinistra (i vari Brunetta e Ichino, tanto per intenderci) con la gentile collaborazione dei media servi di partito, la PA e i pubblici dipendenti costituiscono, oltre al motore governativo del Paese, una autentica forma di risparmio per le casse dello Stato. A parte, ovviamente, i molti sprechi dovuti esclusivamente alle carenze di gestione di questo o quel dirigente, troppo spesso di nomina squisitamente politica.

I pubblici dipendenti degli enti locali o dislocati nei vari ministeri, scuole, ospedali eccetera, e loro attinenze, sono tra i meno pagati in Europa. La forbice con gli altri paesi è infatti maggiormente sfavorevole per costoro piuttosto che i per i lavoratori privati, questi ultimi molto più svantaggiati sul piano delle garanzie di altro genere, data la tremenda diffusione del precariato e del lavoro nero nel settore privato, oltre ai diktat della grande industria, puntualmente raccolti dai politici di ogni schieramento.

Infatti, di questa situazione dobbiamo ancora una volta chiedere il conto proprio a quella classe politica che da almeno vent'anni diffonde, con l'assenso se non il plauso della maggioranza dei sindacati, una dottrina di vero e proprio smantellamento delle conquiste e delle garanzie derivanti dalle lotte degli anni 50-80: periodo nel quale il PCI e i partiti alla sua sinistra non a caso dominavano la scena delle istanze dal basso verso lo strapotere DC, fino al sorpasso elettorale che provocò la contro-mossa dei conservatori mediante l'opera demolitrice del duo Napolitano-Occhetto in casa PCI.

Dal momento che quel partito perse simbolo e ruolo nello scenario italiano è iniziato un declino a volte lento a volte più marcato e comunque inesorabile sia per i lavoratori privati che per le classi disagiate di questo Paese.

L'Italia è stata comunque governata dal Centro-Destra, praticamente di continuo negli ultimi 15 anni. E il risultato lo vediamo molto chiaramente e non ha bisogno di commenti o conferme.

Costoro puntano alla vera e propria dismissione del patrimonio pubblico, oltre allo smantellamento delle funzioni amministrative pubbliche per due motivi fondamentali: il primo riguarda i vantaggi da riservare ai loro amici industriali e del mondo delle imprese, ben interessate a fagocitare a prezzo favorevole le molte proprietà pubbliche che si stanno per dismettere con la scusa del debito... Sarebbe come se per far fronte alle rate del mutuo da pagare, una famiglia qualsiasi svendesse la propria abitazione. Quando lo Stato avrà svenduto le proprietà pubbliche, ovvero di tutti noi, cosa gli rimarrà? Solo il debito, del resto inestinguibile dato che, per colpa dell'evasione fiscale, il gettito delle tasse è perennemente assicurato, almeno per l'80%, dai lavoratori e dai pensionati, in minoranza rispetto ai lavoratori in proprio (dotati di partita IVA), imprenditori, professionisti e industriali.

Esclusi quindi coloro che percepiscono un reddito tramite busta paga, si assiste ad una serie di paradossi quali per esempio i vari negozianti che denunciano redditi di molto inferiori ai loro stessi dipendenti e via cantando... Mancando centinaia di miliardi di euro, inviati illegalmente all'estero e solo parzialmente rientrati tramite l'orrida operazione dello scudo fiscale, la stessa pressione fiscale a carico dei soliti noti, cioè di quanti le tasse le pagano, aumenta costantemente e per giunta lo Stato è costretto a finanziarsi tramite titoli di credito, ovvero a indebitarsi di continuo.

Il secondo motivo risiede proprio nella crescente fame statale. Quando le entrate (che non bastano a causa dell'evasione fiscale e non per colpa della minore crescita del PIL, come vanno cianciando gli economisti alla moda) non bastano, per far quadrare i conti devono calare le spese. E quindi, si va a colpire proprio i lavoratori con la busta paga e i pensionati, ovvero sempre quanti le tasse continuano a pagarle e ancora più salate... Il tutto serve a rassicurare i mercati dove piazzare i nostri titoli, ovvero altro debito e altro ancora. Quindi, è questo il motivo principale per cui gli strali dei politici, quasi nessuno escluso, dei confindustriali e larga parte del mondo degli imprenditori, si scagliano contro quanto costituisce la spesa per la PA: pensioni, sanità e appunto pubblico impiego. Vale a dire chi deve usufruire delle prestazioni sociali e quanti tali prestazioni garantiscono ed eseguono. Se il discorso non vi è chiaro, siete marziani o siete Brunetta, Ichino e loro adepti.

Del resto, avendo un presidente del Consiglio che ha in passato dichiarato come sia immorale pagare le tasse, cosa vi aspettate da chi governa ora? E dato che le manovre, pur condite da lacrime e sangue, non basteranno mai a portare la differenza tra entrate e uscite in equilibrio, si ridurranno o le prestazioni sociali o chi le esegue: tagli a pensioni, sanità e pubblico impiego, esattamente quel che già accade.

Chi lavora resterà fino alla vecchiaia sulla scrivania o dietro una cattedra o in una corsia di ospedale; i giovani e i disoccupati dovranno espatriare per trovare un lavoro, e qui il mercato interno crollerà progressivamente. Un esercito di pensionati al minimo (le pensioni che saranno erogate tra dieci anni saranno pari al minimo-INPS a causa del maledetto sistema di calcolo contributivo) non potrà certo né garantire buone entrate fiscali e tantomeno un mercato interno vivace e quindi il ritorno tramite l'IVA. A questo seguirà l'impoverimento di quegli imprenditori che oggi forse evadono, domani non guadagneranno nulla e quindi l'Italia si avvia a finire in bancarotta oppure a eliminare completamente lo stato sociale che dalla fine della guerra ha costituito il vero motore del Paese. Al contrario, appunto, di quel che starnazzano politicanti, industriali, e loro lacchè.

Oggi abbiamo l'Euro in altalena, inflazione in crescita e PIL in picchiata eppure questo è il risultato di tutte le moderne teorie economiche neo-liberiste, all'insegna del più puro capitalismo mediterraneo. Sarà forse il caso di trovare un'alternativa?


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