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A Dance with Dragons di George R.R. Martin: considerazioni finali

Creato il 25 agosto 2011 da Martinaframmartino

A Dance with Dragons di George R.R. Martin: considerazioni finaliGeorge, stai scherzando, vero? È tutta una finta, e nel giro di qualche minuto io mi accorgerò che ci sono ancora uno o due capitoli nascosti nel risvolto della sovraccoperta, in un doppio fondo della copertina o fra i meandri del tuo sito, giusto?

No, non è uno scherzo. George R.R. Martin ha messo davvero fine al suo A Dance with Dragons a pagina 959. Sì, teoricamente il romanzo conta 1017 pagine, ma le ultime sono dedicate all’appendice con l’elenco delle nobili Case e di tutti gli altri personaggi che animano Le cronache del ghiaccio e del fuoco. E il problema è che quella resterà l’ultima pagina per un bel pezzo, visto che George, notoriamente, non è uno scrittore rapido.

Già mi aveva lasciato con il fiato sospeso lo scorso autunno Brandon Sanderson con Towers of Midnight. Nel tredicesimo romanzo della Ruota del Tempo Tarmon gai’don è finalmente iniziato, e la tensione è alle stelle. Ma Sanderson è uno scrittore rapido, e per la primavera del 2012 dovremmo poter leggere la conclusione di quella storia iniziata da Robert Jordan nel lontano 1990 (1992 per l’Italia) con L’Occhio del Mondo. Martin no, lui per scrivere ha bisogno di molto tempo.

A Game of Thrones è del 1996, A Clash of Kings del 1999, A Storm of Swords del 2000, A Feast for Crows del 2005 e A Dance with Dragons del 2011. All’inizio la storia è proseguita in modo abbastanza spedito, poi si è come arenata. Cinque anni fra il terzo e il quarto romanzo, sei fra il quarto e il quinto. E il sesto, The Winds of Winter, quando lo vedremo? Martin ha già affermato che inizierà a lavorarci sopra all’inizio del 2012, ma anche se una manciata di capitoli sono già pronti c’è di che preoccuparsi. Certamente lo scrittore ha in mente un quarto racconto su Dunk ed Egg che apparirà nell’antologia Dangerous Women, antologia curata ovviamente da lui. Inoltre insieme a Elio García e Linda Antonsson ha ripreso in mano The World of Ice and Fire, un lavoro di tipo enciclopedico che mette ordine fra tutti gli avvenimenti dei Sette Regni e che è in ritardo sulla prima ipotesi di pubblicazione di circa tre anni. E, non c’è dubbio, nel corso del tempo George troverà altre cose di cui occuparsi.

Stando così le cose, noi non possiamo far altro che fare ipotesi. Infatti martedì sera, subito dopo la conclusione della lettura, sono andata su www.labarriera.net per conoscere le reazioni di altre persone che, come me, hanno terminato la lettura.

 

Sapevo che alla fine di Dance sarebbe avvenuto un importante avvenimento che avrebbe certamente provocato una reazione a Dorne. Ora so di cosa si tratta, ed è ovvio che Doran Martell deve cambiare i suoi progetti. Come, è ancora da scoprire. Su questa vicenda George ha già completato due capitoli dedicati ad Ariane Martell, che qui appare solo di sfuggita nel primo capitolo in cui le trame di A Feast for Crows e A Dance with Dragons iniziano a scorrere in parallelo. Vedremo, la lettura è ancora troppo fresca per riuscire a valutare bene la portata di ciò che è avvenuto, anche perché Martin è abituato a prenderci allegramente in giro. E infatti sospetto che ci abbia presi in giro anche nell’episodio che più farà discutere nei prossimi anni, e che la verità sarà ben diversa rispetto a quella che tutti i lettori saranno portati a credere in un primo momento. Lo spero, ma spero anche che la cosa sia risolta senza che questo comporti uno scadimento della trama, rischio altissimo visto quello che accade in quel capitolo. E non c’è bisogno che specifichi di quale capitolo si tratti, chiunque ha letto il romanzo non ha dubbi, e chi non lo ha letto non ha bisogno che gli venga detto prima. È come quel capitolo di Arya ad Approdo del Re, c’è solo un capitolo che possa essere definito così, giusto? A proposito di Arya, sia per lei che per l’assante Sansa sono già pronti dei capitoli che finiranno nel prossimo romanzo.

In questo la conclusione non risolve nulla. C’erano parecchi avvenimenti che stavo aspettando che sto ancora aspettando, ce n’erano altri che non avrei mai sospettato che mi sono saltati addosso a tradimento e che ancora davo capire come giudicare. E ci sono molte informazioni sul passato. L’ipotesi sulla mamma di Jon Snow appare sempre più vera, manca solo la dichiarazione ufficiale da parte dello scrittore ma ora c’è un grosso punto interrogativo sull’importanza di questo tormentone. Un’altra ipotesi che mi aveva affascinato in questi anni sembra destinata a cadere, ma in realtà non è ancora detto. Basta che ci sia un qualche cadavere, e l’ipotesi può tornare realtà. E anche senza cadaveri le cose possono ancora andare come spero, lo zio non ha disfatto nulla in questo senso.

Sono oscura? Per forza, altrimenti dovrei fare spoiler.

 

Qualcuno è in viaggio. Sono curiosa di sapere come questi viaggi so concluderanno, ma le trame sono lasciate lì in attesa di tempi migliori, o forse semplicemente di abbastanza pagine da dedicargli. Se questo volume, già così, sfiora le 1000 pagine, cosa sarebbe successo se determinate trame fossero state portate a compimento? Qualcuno riceve una più che meritata punizione, e spero che non ne venga fuori. Qualcuno muore, e non si tratta solo di Ser Patrek delle Montagne. Qualcuno che conosciamo da parecchi romanzi, e che tutto sommato sta abbastanza simpatico. Forse più di uno, ma su alcune figure è sospeso un bel punto interrogativo. Qualcuno è impegnato su un percorso difficile, e bisogna capire se valga davvero la pena percorrerlo.

C’è un discorso importante sull’identità e sul conoscere sé stessi che è trasversale a parecchie trame. C’è chi riscopre sé stesso, chi dubita, chi compie scelte difficili, e a volte ci sono pesanti conseguenze da pagare.

C’è una nuova trama importantissima, che fa pensare che Ditocorto in fatto di inganni non sia che un novellino. Anche qui, vedremo.

Ci sono un’infinità di nuove informazioni sul passato, su Harrenhall, su alcuni oscuri episodi legati a Robert Baratheon e ad Aerys il Folle, sul matrimonio Tully. Ci sono visioni vere e visioni mal interpretate, lettere forse false e certamente incomplete, e così tanti inganni da far temere di trarre giudizi su ciò che si è letto. Anche le ipotesi su Manifredde proseguono, con qualcosa noto e tanti pensieri su verità celate.

In definitiva il libro è interlocutorio. Porta avanti parecchie trame ma non ne risolve nessuna, almeno spero. Per saperne di più non resta che aspettare il prossimo romanzo. Solo una cosa è certa: l’inverno non sta arrivando. L’inverno è arrivato.



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