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New Delhi, 1 aprile 2015
Il quotidiano The Indian Express titola oggi a caratteri cubitali “Leave Delhi” riferendosi ai tassi di inquinamento dell’aria. Sembra quasi un pesce di aprile, ma invece è quello che prescrivono i dottori a coloro che soffrono di problemi respiratori. Che sono sempre di più.
D'accordo, si sa da tempo che l’aria di New Delhi è una delle peggiori del mondo. Ma quello che è inquietante è che non si faccia nulla. Perfino il neo chief minister, l’attivista Arvind Kejriwal, del Partito dell’Uomo Comune (Aap) è stato costretto al ricovero in una clinica di Bangalore per disintossicarsi dopo mesi di campagna elettorale nelle polverose strade della capitale.
Già lo scorso anno gli americani hanno avvertito i propri cittadini e gli studenti della loro scuola a non stare all’aperto. I purificatori di aria vanno a ruba sia nelle case che negli uffici. E c’è chi esce solo con la mascherina.
Il problema sono le polveri sottili provocate dai gas di scarico delle auto e anche dall’enorme quantità di lavori in corso, cantieri edilizi e scavi per estendere la metropolitana.
Per la prima volta nella sua storia, la città sta subendo un gigantesco makeover e contemporaneamente deve sostenere ogni giorno i bisogni (crescenti) di 18 milioni di abitanti. Vicino al mega ospedale Aiims, anche questo in continua espansione, stanno costruendo un intero nuovo quartiere dopo aver abbattutto quello vecchio. Nonostante la metropolitana che trasporta da uno ai due milioni di passeggeri al giorno, le strade sono perennemente congestionate di auto, bus e moto di giorno (e di camion e autoarticolati di notte).
Anche la circolazione nelle 'colony' è pressoché impossibile negli orari di ingresso e uscita delle scuole (per fortuna è vacanza ora). Insomma Delhi è diventata invivibile, non solo per i polmoni. Però nessuno osa toccare l’argomento tabu’…quello di disincentivare l’uso di veicoli privati!
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