A different beginning?

E come di consueto, il primo settembre si aprono le danze: anno nuovo, scuola nuova. E la cosa ci avrebbe anche un po' rotto, ché il nomadismo sarebbe stato superato con la rivoluzione neolitica, circa diecimila anni fa, e ancor di più con l'immissione in ruolo, benedetta sempre sia. Mais c'est pour amour, lo sapete anche voi, miei venticinque lettori.
Però, quest'anno qualcosa di diverso ci sarà davvero:
- nessun piccoletto col moccio al naso a chiedere prooof, ma devo scrivere con la penna rossa o con la penna bluuu???;
- licenza di uccidere, ovvero, se ho ben guardato i tabelloni, una media di sei/otto bocciati per classe, almeno nel biennio;
- per la prima volta, hélas, niente bicicletta per andare a scuola: la distanza, anche se un po' al limite, magari lo consentirebbe, la tipologia delle strade e la viabilità sabauda (su cui prima o poi scriverò un post) assolutamente no; bicchiere mezzo vuoto: necessità di intensificare le sedute in piscina e l'attività fisica collaterale per non trasformarsi nella professoressa-cannone; bicchiere mezzo pieno: possibilità di rinnovare il guardaroba autunno-inverno con tante gonne, abitini e scarpe coi tacchi;
- nessuna attività di riunione/programmazione/scartoffiamento da qui al primo giorno di scuola, un po' perché non sono tra gli arruolati del recupero-debiti, un po' perché sarò in volo verso Neverland dove mi aspetta una banda di pirati un po' particolare e francoparlante (se vi chiedete chi sia la mia Campanellino, dispensatrice di polverina magica volante, rivolgetevi a lei).
Ma, naturalmente, per attutire l'impatto delle novità, c'è anche qualcosa che sembra non cambiare mai:
- sono sempre la più giovane;
- il parco-colleghi maschi è da brivido: camicie spiegazzate, panze e ascelle pezzate. Di BelTenebroso, evidentemente, ce n'è uno solo;
- il didattichese: qui l'intervallo non si chiama intervallo, bensì pausa didattica;
- l'elenco dei libri di testo è sbagliato.

Insomma, si preannuncia un anno quantomento interessante...