A fare la calza

Da Aknittingbear
Questa è una notizia vecchia, ci ho dovuto pensare un po', prima di scriverci sopra. Ero indecisa perché da un po' di tempo cerco di occuparmi solo di maglia o quasi, su queste pagine e, in questo caso, il rischio di sconfinare nella politica è forte, però lo faccio lo stesso.
Un paio di settimane fa a Genova ci sono state le primarie del centro sinistra, in previsione dell'elezione del sindaco. Non voglio commentare il risultato, né le ragioni della sconfitta del partito principale della coalizione, nè le reazioni scoposte del sindaco uscente su twitter, ma questo articolo del Secolo XIX
Non si legge bene, ma non serve, è sufficiente arrivare alla prima riga sotto il titolo. Cosa diavolo c'entra la calza? Ogni volta che una donna nota usa questo modo di dire per ribadire il proprio stato di femmina emancipata mi prudono gli artigli. Perché non parlano di guardare la tv, o di fare i cruciverba?
Fare la maglia è un'occupazione attiva e creativa e io mi ritirerei volentieri a fare la calza, signora sindaco. Saper lavorare ai ferri è un pregio, è un'abilità, non l'espressione di una condizione di inferiorità né qualcosa che si fa in mancanza di occupazioni migliori.
Avevo pensato di mandarle un gomitolo a Palazzo Tursi, come gesto simbolico, e di invitare le amiche a fare altrettanto, ma poi ho considerato che sarebbe stato un inutile spreco di filati e che non avrebbe capito.

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