Fabbri Editori
RATING:
Vi è mai capitato di andare in un'altra stanza con l'intento di fare qualcosa e una volta giunti lì dimenticarsene completamente e fare tutt'altro? Ecco "A fior di pelle" di Sophie Jackson è la versione cartacea di quella sensazione.
In poche parole inizia indirizzandoci su un determinato binario di tematiche, ambientazioni e personaggi per finire in un modo completamente differente da quello che ci si aspettava all'inizio.
Solitamente questa peculiarità io la considero un pregio, non è una novità che mi piacciano molto i colpi di scena e i risvolti inaspettati, però in questo caso l'inversione di marcia più che una scelta stilistica ha più il sapore di un grossolano cambiamento in corsa dettato da un blocco dello scrittore. Risulta, quindi, come se a metà della stesura si fosse scelto di voler scrivere un'altra storia ma, accorgendosi, di essere troppo in là con la narrazione per poter rifare tutto da capo, si avesse deciso di adattare la storia al cambiamento.
L'effetto non è dei più piacevoli, unitamente al fatto che la storia mira ad essere originale impostando un'ambientazione insolita per un new adult, ovvero il carcere, cadendo, però, clamorosamente nei clichè e negli stereotipi del genere letterario, il risultato non è dei più soddisfacente.
Di certo un libro godibile sotto l'ombrellone, ma decisamente non destinato ad essere ricordato. Un'ennesima meteora che non consiglierei, ma che senza troppe pretese mi ha fatto passare il tempo in spensieratezza.
Vi siete concessi a questa lettura? Cosa ne pensate? Leggerò tutti i pareri che lascerete qui sotto!