Da circa un mese Barak Obama sta compiendo notevoli sforzi per tornare ad avere il consenso dei cittadini in seguito ad una costante diminuzione che durava da quasi due anni.
Dopo l’annuncio del dirottamento di 4 miliardi di dollari di sussidi dal petrolifero al rinnovabile, come risposta all’eccessivo aumento del greggio (il prezzo della benzina è una delle principali cause della perdita del consenso, diavolo costa ben 1.05 dollari al litro, mica sono fortunati come noi), dopo la pubblicazione del certificato di nascita (della cui autenticità non tutti sono convinti) e, soprattutto, dopo la sceneggiata dell’esecuzione dello “sceicco del terrore” (mamma mia!!) grazie alla quale ha ottenuto una fulminea impennata di consensi e celebrazioni nelle piazze tipo evento sportivo, arrivano le ambigue dichiarazioni sui confini israelo-palestinesi.
E anche in questo caso io vedo solo propaganda.
La dichiarazione pubblica sul ritorno ai confini anteriori alla “guerra dei sei giorni” del 1967 ha innescato lo scambio di battute col dolce Netanyahu portando all’inevitabile rettifica pochi giorni dopo, in cui per l’ennesima volta entrambi ribadiscono la convergenza sui “programmi di pace” e l’indissolubile alleanza tra i due Paesi (o forse dovrei dire unico Paese).
E quindi, direte voi? Dov’è la propaganda? La propaganda è tutta nel primo dei due interventi, decisamente orientato ad ammorbidire l’elettorato e l’opinione pubblica mondiale pro Palestina. Infatti, come spiega nel secondo intervento, “i negoziati sui confini tra Israele e palestinesi dovrebbero essere basati sui confini del 1967 con mutamenti reciprocamente concordati” (sottolineo che mi sto basando sulle traduzioni riportate dal Fatto Quotidiano). Mi pare ovvio che quest’ultima dichiarazione abbia molto più senso, in quanto (sebbene secondo me sarebbe più giusto ritornare ai confini del ’67) non si può certo prescindere dal fatto che sono passati 44 anni e le cose sono molto molto cambiate ed è impossibile all’improvviso tornare indietro.
Alla luce di quanto esposto, chiedo: possibile che una mente raffinata come Obama, che per il ruolo che ricopre sa bene di dover soppesare ogni parola, avendo anche a disposizione uno staff che lo segue in tutto, possa aver detto una leggerezza tale? Diciamo almeno che è improbabile.
Sperando di aver contribuito ad alimentare una riflessione, concludo con un altro spunto sempre estratto dall’ultimo intervento di Obama, che detto tra le righe può passare inosservato (anche se il Fatto lo riporta in neretto ma non credo in modo ironico):
“Credo fermamente che la pace non possa essere imposta, neanche dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con il suo sostegno alla creazione di uno stato palestinese indipendente”
Il messaggio qui è chiaro: la pace non si può imporre, neanche con la diplomazia.
Ma con la guerra sì.