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A Game of Thrones: dietro le quinte del graphic novel/2

Creato il 08 maggio 2014 da Martinaframmartino

A Game of Thrones: dietro le quinte del graphic novel/2Avevo concluso la prima pare del mio articolo con una frase abbastanza ovvia, con la considerazione che l’adattamento più famoso di un’opera di George R.R. Martin in forma di graphic novel è quello di A Game of Thrones, trasposizione del primo romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.
La serie, iniziata nell’autunno del 2011, sta proseguendo ancora adesso con fascicoli di una trentina di pagine successivamente ripubblicati in volumi di 240 pagine comprendenti ciascuno sei fascicoli. Per completare l’intero A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) serviranno quattro libri. Al momento l’editore non ha ancora fatto sapere se il progetto proseguirà con l’adattamento del secondo romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, A Clash of Kings (Il regno dei Lupi e La regina dei draghi).
L’edizione italiana di Italycomics sta seguendo quella originale di Bantam nella ripartizione dei fascicoli e nella successiva racconta in volume.
Quando ho scritto quest’articolo erano state pubblicate solo le prime due raccolte. Da poco è uscita la terza ma non ho avuto ancora modo di vederla. I commenti perciò si basano sulle prime due raccolte, realizzate in italiano prima della corrispondente edizione americana sulla semplice base della riunione dei corrispondenti fascicoli. Chi ha acquistato le edizioni americane però ha potuto leggere alcuni testi assenti dai volumi italiani.
A Game of Thrones: dietro le quinte del graphic novel/2Il primo volume è aperto da un’introduzione firmata da George R.R. Martin. Al suo interno lo scrittore racconta l’origine della sua passione per i fumetti, parla dell’importanza dei Classics Illustrated ma fa anche notare alcune delle difficoltà che la sua storia ha creato agli adattatori. Lo sceneggiatore Daniel Abraham e l’illustratore Tommy Patterson si sono trovati a dover lavorare su un’opera monumentale, con un numero altissimo di scene e ambientazioni e migliaia di personaggi. In più ci sono trame e sottotrame estremamente complesse, un punto di vista rigorosamente in terza persona ma focalizzato intorno a personaggi diversi, monologhi interni, flashback, resoconti forniti da narratori inattendibili. Se lui ha potuto entrare nella testa dei suoi personaggi un graphic novel — o se è per questo anche una serie televisiva, visto che anche HBO ha dovuto fronteggiare questi problemi e trovare le proprie soluzioni — ha limiti molto più rigidi da non oltrepassare, altrimenti finirebbe con il perdere la scorrevolezza. Diventerebbe goffo, che è il modo migliore per far perdere il divertimento ai lettori.
Per anni Martin ha creduto che la sua saga non avrebbe mai potuto avere alcun tipo di trasposizione. Il lavoro di Abraham e Patterson, così come quello televisivo di David Benioff e D.B. Weiss, gli hanno dimostrato che si sbagliava.
A Game of Thrones: dietro le quinte del graphic novel/2Nel Making of che chiude il volume Anne Groell, editor delle Cronache del ghiaccio e del fuoco fin dal 1985, spiega che la scrittura di Martin è molto visuale, perciò è l’ideale per un adattamento. Però è anche molto complessa e dettagliata, il che crea numerosi problemi. Anche mantenendo i singoli fascicoli intorno alla trentina di pagine alcune parti della storia hanno dovuto — e dovranno — essere tagliate o riunite e riassemblate in modo diverso. Anche Abraham ha sottolineato come alcune parti del testo siano state particolarmente difficili da adattare, aggiungendo che si tratta di un libro talmente ricco che, pur conoscendolo da parecchio tempo, ha scoperto numerose cose nuove proprio nel corso dell’analisi fatta per poter scrivere la sceneggiatura. Quanto a Patterson ha affermato che quest’esperienza gli ha consentito di affinare le sue abilità e di aggiungere al suo repertorio nuove competenze come quelle relative all’ingegneria e all’architettura medievali, all’abbigliamento o agli animali.
La parte successiva del testo è più tecnica, e consente di capire davvero come opere di questo tipo possano essere realizzate. La scelta di Abraham come sceneggiatore è stata abbastanza semplice visto che Daniel è amico e collaboratore di Martin da parecchi anni e aveva già adattato in forma di graphic novel Fevre Dream e aveva realizzato una sceneggiatura originale per la serie delle Wild Cards, The Hard Call. Anni prima proprio l’adattamento del primo libro della serie Wild Cards era stato realizzato da più artisti ciascuno dei quali si era concentrato su un singolo personaggio. L’idea di avere stili diversi per le immagini come diversi sono quelli degli autori dei racconti non aveva però dato i risultati sperati, finendo per far perdere unità al volume. Per questo editor e autore hanno deciso di avere un unico artista dedicato al progetto, anche se questo significa impiegarlo per un arco di tempo molto lungo.

La scelta si è svolta in due fasi. In un primo momento gli artisti interessati all’opera hanno dovuto realizzare i disegni di cinque personaggi: Eddard Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Daenerys Targaryen e Arya Stark, scelti in base al fatto che sono figure importanti molto diverse fra loro per età, aspetto, e che ce ne erano di entrambi i sessi. Tommy è stato uno dei pochi a realizzare Tyrion nella maniera corretta. A lui e ad alcuni altri artisti è stato poi chiesto di realizzare due scene ben precise in modo da poter valutare meglio il loro lavoro. La prima era una scena d’azione, lo scontro fra ser Waymar Royce e l’Estraneo, la seconda era di tipo contemplativo, con Daenerys assorta in riflessioni sul suo passato. Anche le ambientazioni, dal gelo del nord al caldo torrido di Essos, non avrebbero potuto essere più diverse.

A Game of Thrones: dietro le quinte del graphic novel/2

John Picacio: gli Estranei

Il secondo di questi disegni è diventato, quasi senza modifiche, una tavola del graphic novel. Il primo ha avuto bisogno di un deciso cambiamento nella figura dell’Estraneo visto che quello di Patterson, molto simile a un robot, era stato giudicato errato da Martin. Le spiegazioni dello scrittore su queste figure “strane, belle, simili a sidhe fatti di ghiaccio, inumani, eleganti e pericolosi” erano però difficili da interpretare. La soluzione è arrivata da un’illustrazione realizzata da John Picacio nel 2011 per il calendario delle Cronache del ghiaccio e del fuoco dell’anno successivo. George ha indicato a Tommy alcuni cambiamenti che riteneva opportuno che lui facesse, lui ne ha decisi un altro paio, e il risultato è quello che si vede nelle pagine del graphic novel.
Le difficoltà nel realizzare un’opera di questo tipo sono molte, non ultima quella relativa al gran numero di personaggi importanti per la storia. Abraham ha cercato ogni informazione possibile nelle pagine dei libro stendendo anche una lista di personaggi fondamentali il cui aspetto doveva essere approvato da Martin prima che il lavoro potesse procedere. Per il primo numero ha dovuto creare a questo modo venticinque personaggi, per il secondo e il terzo quattordici ciascuno. Sono in tutto cinquantatré personaggi, e questo solo per i primi tre numeri, senza considerare la moltitudine di personaggi secondari che dovevano comunque apparire caratterizzati ma che non necessitavano di un’approvazione preliminare.
Il discorso si è poi soffermato su elementi particolari della sceneggiatura che costituiscono altrettanti spoiler dal Trono di spade, ma per leggere quello che ho scritto dovrete aspettare domani.



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