George R.R. Martin
Va bene, credo che sia giunto il momento di fare outing.
Sono una fan di George R.R. Martin.
Non sto scherzando, è vero! Amo In fondo il buio (e lo amavo pure quando si chiamava La luce morente), amo Il pianeta dei venti (anche se lo ha scritto in collaborazione con Lisa Tuttle, che comunque non è una cattiva scrittrice), amo Il battello del delirio (anche se l’horror e i vampiri mi fanno paura), amo Armageddon Rag (romanzo stupendo che, chissà perché, non legge nessuno), amo la serie delle Wild Cards (anche se sono racconti quasi tutti scritti da altri autori, e vi comunico che la seconda trilogia sarà in libreria fra una settimana), amo i racconti (e non vi metto i titoli altrimenti non ne veniamo più fuori), amo Il cavaliere dei Sette Regni (antologia ambientata in un continente di Westeros dominato dai Targaryen che sarà pubblicata a fine aprile e che comprerò certamente anche se ho già letto il primo racconto in italiano e gli altri due in inglese). Soprattutto amo Le cronache del ghiaccio e del fuoco.
Come, non è una sorpresa?
Il brano qui sopra ha due scopi. Il primo è mostrare come non si possa scrivere aprendo continuamente delle parentesi, perché poi il risultato fa così schifo da essere quasi illeggibile. Potevate farne a meno, lo so, ma a volte mi diverto a ribadire l’ovvio. Comunque mostra anche come per ogni argomento che tocco potrei partire in dieci direzioni diverse, tutte ugualmente sensate, e voi vi ritrovereste a leggere cose molto diverse da quelle che invece leggete. Più vado avanti e più mi rendo conto di quanto la mia scrittura possa facilmente prendere sbandate e finire a parlare di argomenti ai quali all’inizio non pensavo neppure io. Poi se c’è un tema che mi interessa davvero trovo il modo di riproporlo, al limite in un altro articolo, ma sono sempre di più le volte che parto per la tangente. Come ora.
Il secondo è sottolineare che io sono una fan di George R.R. Martin, e in questo caso non mi sto limitando a dire l’ovvio.
Tempo fa ho visto su un forum una discussione in cui si chiedeva chi aveva scoperto Le cronache del ghiaccio e del fuoco prima che HBO realizzasse Il trono di spade. Presente. Per la cronaca ho letto Il trono di spade durante un paio di gite in treno in Umbria il 30 e il 31 dicembre 1999. Lo avevo preso in prestito in biblioteca. Il grande inverno l’ho comprato dopo un paio di settimane di riflessione perché non possedevo Il trono di spade e perché comprare una saga in edizione rilegata per le mie finanze dell’epoca era un po’ impegnativo. Ovviamente poco dopo ho comprato anche Il trono di spade. Gli altri, dal Regno dei lupi in poi, li ho sempre comprati nel giorno della loro pubblicazione. Ormai avevo iniziato l’acquisto, come potevo fermarmi?
In quella discussione un utente aveva commentato chiedendo provocatoriamente se fosse un demerito aver scoperto la saga dopo la realizzazione della serie televisiva. No, non è un demerito, il fatto di dire da quanto la leggo è un’indicazione dei tempi di attesa che ho vissuto fra un volume e l’altro ed è un modo per rafforzare le mie affermazioni quando dico che dell’attesa m’importa poco purché Martin scriva dei buoni romanzi. E spiega anche perché conosco alla perfezione tutta la vicenda editoriale della saga: l’ho vissuta man mano che si è svolta. Per quanto riguarda l’attesa comunque ora le cose sono un po’ cambiate, se lo zio George non si affetta fra un paio d’anni HBO lo supera e poi dovrò guardarmi dagli spoiler.
Eccolo qui il problema, il treno HBO che lo insegue e lui che ancora dice ben poco riguardo a The Winds of Winter. Ho iniziato un articolo relativo al sesto romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, vedremo quando riuscirò a terminarlo e a pubblicarlo su FantasyMagazine.
Ormai gli elementi del discorso ci sono tutti, pensavo che sarei stata più sintetica e mi sono smentita da sola anche stavolta.
Ci sono persone che sono appassionate della serie realizzata da HBO, come il mio collega Dimitri. Ci sono persone che partendo dalla serie televisiva sono arrivate a leggere e amare i romanzi, come la mia collega Gabriela. Ci sono persone che amano i romanzi ma non sono minimamente interessate alla serie televisiva, come il mio collega Michele. Ci sono persone come me che amano i romanzi ma guardano pure la serie televisiva.
Io sono una fan di Martin. Amo Le cronache del ghiaccio e del fuoco mentre del Trono di spade, pur con i suoi attori bravissimi e le sue incredibili scenografie, m’importa molto meno. Le mie capacità informatiche sono molto limitate quindi non so piratare gli episodi dal computer e non ho l’abbonamento a Sky. Se mai decidessi di farlo sarebbe per guardare in primo luogo pattinaggio artistico, poi tennis e molto dopo Il trono di spade. La serie televisiva non è così importante da spingermi a spendere i miei soldi, mentre possiedo i romanzi in ben tre edizioni: rilegata e tascabile italiana e in inglese. In più ho aver acquistato un certo quantitativo di cose “di contorno”. Della terza stagione ho visto solo i primi due episodi perché sono stata invitata a partecipare a un gioco presso la sede Sky, e in uno dei due, credo il secondo, c’è un monologo di Catelyn in cui avrei volentieri mandato a quel paese David Benioff, D.B. Weiss e pure Michelle Fairley, la cui sola colpa è stata quella di interpretare le battute che le hanno assegnato. Degli altri episodi per ora ho semplicemente letto i riassunti su internet, perciò conosco anche senza averli visti i cambiamenti intercorsi fra la lettura e la visione della storia. Mi sono fatta spoiler da sola? Non mi interessa, per me la storia è quella narrata da George R.R. Martin, non quella adattata e riproposta da Benioff e Weiss. Non ammetto come hanno stravolto molti personaggi o come hanno modificato determinate trame. Spesso capisco i motivi che si trovano dietro a determinate scelte, tipo il non far apparire Brynden Tully prima della terza stagione, ma strozzerei Cersei quando fa l’addolorata davanti a Catelyn nella prima stagione dopo il volo di Bran.
Mi sono ritrovata a scrivere articoli su articoli sulla serie televisiva senza volerlo. Conosco i romanzi perciò mi basta davvero poco per contestualizzare una scena o per identificare un personaggio, e in più so quali siti forniscono informazioni interessanti. Ho iniziato a scrivere su richiesta, e poi è diventata una cosa naturale farlo. La mia prima intenzione, per oggi, era di parlare di un romanzo che ho appena finito. O di un altro che ho appena ri-finito. Sono due cose che ho rimandato, scegliendo invece di parlare dello stesso argomento di cui parla il mio articolo odierno su FantasyMagazine: http://www.fantasymagazine.it/notizie/20690/game-of-thrones-stagione-4-a-foreshadowing/. Perché? Perché a guardare quei quindici minuti di video mi sono davvero divertita, e sembra che pure gli attori si divertano nel fare quel che fanno. Il balletto di Peter Dinklage e Nicolaj Coster-Waldau ne è una prova, ma anche i commenti di Maisie Williams o di qualche altro interprete sono notevoli. “Ha dei begli occhi”, davvero!
Buona visione: