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a gentile richiesta

Creato il 15 maggio 2014 da Plus1gmt

Quindi, ricapitolando, questo potrebbe trattarsi benissimo di un caso di vittimismo. Uno cioè scrive tanto perché ha tante cose che non dice a nessuno ma perché nessuno gliele chiede. Sarà così anche per me? Di certo non sono uno che si siede di fronte a un amico a inizia con dirgli che quindi, ricapitolando, questo potrebbe trattarsi benissimo di un caso di vittimismo. Uno cioè scrive tanto perché ha tante cose che non dice a nessuno ma perché nessuno gliele chiede. Sarà così anche per me? Di certo non sono uno che si siede di fronte a un amico a inizia con dirgli che eccetera eccetera, avete capito dove voglio arrivare e anzi potrei arrivare all’infinito.

Ma certe cose bisogna chiederle per sentirsele dire e il mondo sapete perché va a catafascio? Perché nessuno fa più domande. Io sono uno passivo, nei rapporti interpersonali. Cioè, attivo perché chiedo e passivo perché sto a sentire. E in un mondo ideale la cosa è abbastanza bilanciata, il che significa che nella vita quotidiana non lo è per un cazzo. Ma il fattore sorprendente è io nella mia vita di gente che mi fa delle domande ne ho conosciuta veramente poca. Poi il contrappasso è stato tutto nella sfera genitoriale, se avete figli sarete arrivati a un certo punto in cui di domande, soprattutto di perché?, non ne potete più.

E a parte questo, uno si disabitua talmente tanto a dare informazioni, e non solo su di sé, che poi quando succede tra capo e collo si va nel panico, le parole vanno per traverso, e l’occasione di essere utile e anche di dare un contributo con la parte propria svanisce all’istante. Per dire, ho incontrato qualche giorno fa il commerciale di una società a cui dovrei commissionare dei lavori, e sapete bene di questi tempi cosa vuol dire ottenere degli incarichi. Ci credereste se vi dicessi che in un’ora riunione non sono per nulla riuscito a descrivergli perché ero lì, di cosa avevo bisogno, qualche dettaglio sull’agenzia in cui lavoro. Niente. Il mio interlocutore non si lasciava interrompere nella presentazione di chi rappresentava, il che è encomiabile ma dopo un po’ rompe i maroni.

Prima di abbandonarmi al mio destino, che è quello di non suscitare curiosità altrui alcuna su chi sono, cosa faccio, che libri leggo, che musica ascolto e così via, prima di chiudere nuovamente questa finestra di contatto tra blog e mondo esterno che ho aperto sfondando la barriera aristotelica nel nome dell’amore che vige in questo ambiente dalle connotazioni geografiche indefinibili fatto di dati e informazioni, lascio così un breve spiraglio di interazione con voi allo scopo di rispondere ai vostri quesiti. Fatemi pure tutte le domande che volete, se ne avete.



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