Magazine Gadget

A Golden Wake – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 09/10/2014

Cover A Golden Wake

PC TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: Wadjet Eye Games

Distributore: Digitale

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 09/10/2014

VISITA LA SCHEDA DI A Golden Wake

Pro-1Trama piacevole, che si presta a spunti di riflessione nel finale Contro-1Solo cinque/sei ore di gioco per portarlo a termine

Pro-2Riferimenti ad eventi, luoghi e personaggi realmente esistiti Contro-2Enigmi piuttosto basilari, si poteva far di più

Pro-3Ottima varietà di situazioni, location e temi musicali

Secondo appuntamento con A Golden Wake, dopo la pubblicazione dell’hands-on di qualche tempo fa in cui vi dicemmo la nostra sulla versione beta testata. In uscita oggi, 9 ottobre, abbiamo avuto modo di testare appieno il codice finale del videogioco, che non ci ha affatto deluso in tutta la sua durata. Come molti di voi già sapranno, si tratta di un’avventura grafica sviluppata da Grundislav Games, che giunge nel momento forse migliore di questo sviluppatore: dopo aver acquisito la giusta e necessaria esperienza ed aver testato le proprie abilità su titoli freeware, ha trovato in Wadjet Eye Games l’appoggio sufficiente a tessere una grande tela di comunicazione, portando un così poco chiacchierato software ad emergere e stimolare l’interesse degli amanti del genere. Anni ’20, Stati Uniti, epoca interessante da sfruttare per la realizzazione di un background tutt’altro che banale… Il nostro verdetto? Continuate a leggere!

a-golden-wake-evidenza

TUTTO E SUBITO

Mai sentito parlare dei “ruggenti anni venti”? Quelli del proibizionismo e dei gangster che gestivano il traffico di alcolici? Un periodo particolare ma interessante, quello che investiva gli Stati Uniti a cavallo degli anni ’20 e ’30; un mondo nuovo stava per nascere, grazie alla massiccia espansione industriale di quei luoghi, grazie a nuove idee e tecnologie, e nuove mode e tendenze, che influenzarono anche la cultura: dalla letteratura all’arte, arrivando alla musica, col jazz a fare da padrone. Furono anni particolarmente felici per gli americani, anni in cui c’era la possibilità di raggiungere il successo con poco: pazienza ed utilizzo efficiente e mirato dei propri mezzi; anni che tuttavia non preparano la popolazione a “periodi di vacche magre”, e inevitabilmente quest’epoca d’oro ebbe una sua fine, che arrivò anche piuttosto velocemente. A Golden Wake cerca di riproporci quei tempi attraverso i panni di Alfie Banks, un onesto e capace venditore, che in quel di New York viene licenziato a causa di due colleghi, con l’acqua alla gola e preoccupati del fatto che fosse lui – Alfie – a tenere a galla i profitti della società. Quest’evento apre le porte del nuovo mondo a Banks, ormai deciso e spronato perfino dal destino nel seguire le orme del padre ormai scomparso, nella vendita di proprietà e appezzamenti terrieri, e ciò giustifica il suo trasferimento in Florida, precisamente a Miami. Capirà subito che la miglior maniera per farsi notare dalle personalità di spicco nel settore è quello di scendere a compromessi, corrompere e usare a proprio vantaggio la stampa, aiutare politici corrotti, risolvere situazioni intricate per conto di altri. Insomma, Alfie nel corso dei primi capitoli di gioco ricopre il ruolo di galoppino, finché viene a mancare qualcosa: la convinzione di poter avere successo ed un ottimo ritorno economico, l’arrivo del fratello (scansafatiche) in quel di Miami, la sensazione che quanto fatto non venga affatto apprezzato.

È così che dall’uomo appena fatto, di bell’aspetto e dai modi affabili, bravo con le parole e ad instaurare rapporti con le persone, si arriva ad un Alfie più testardo, che tenterà di raggiungere i suoi scopi venendo meno ai rapporti di lavoro che lo legano a Merrick – figura di spicco che lo ha accolto quasi come un figlio nella sua azienda – e instaurandone di nuovi con la malavita organizzata, addirittura! Grazie a Fatty Walsh, in particolare, conoscerà crimine, gioco d’azzardo, violenza, ma anche belle donne, feste a sorpresa, la bella vita insomma, non sufficienti in ogni caso a mascherare il suo fallimento, come uomo, ma soprattutto come figlio di un lavoratore rispettabile. Si assiste ad un vero e proprio ribaltarsi delle parti: il predestinato Alfie che annega in un mare di problemi e violenza, che negli anni lo portano ad invecchiare in malo modo e a diventare un alcolizzato; e il fratello, un tempo mantenuto, che avvia una semplice attività, dimostrando di poterla gestire e di negare il pizzo alla mafia. Evoluzione perfetta dei tempi, a cui segue una involuzione del protagonista principale: i capitoli di gioco servono anche a questo, a proporci spezzoni di vita di Alfie. Si passa dal raggiante uomo desideroso di spaccare il mondo nei primi anni ’20, a quello poco convinto nel ’26, per arrivare al 1935, ad un Banks ormai finito, considerato nullità e deriso a tal punto da far scoppiare risse nei bar dei bassifondi, che costantemente perde. A Golden Wake affronta quindi la vita, i successi e gli insuccessi di Alfie in un contesto storico pieno zeppo di riferimenti, personaggi realmente esistiti, luoghi ed eventi di quei tempi, in un sistema ancora poco e mal legiferato, ed è in quest’ottica che va letto anche il finale. Può un uomo che ha commesso tanti errori rimediare per quanto fatto e tornare ad essere – anche solo per un po’ – quello che era un tempo? Può un uomo pieno di problemi, che non è riuscito a reggere sulle spalle il peso degli insuccessi, arrivati a causa di un sistema malato piuttosto che per demeriti propri, aiutare la persona che quasi come un padre, o un fratello maggiore, l’aveva accolto in quel mondo? Questo ve lo lasciamo capire da soli, permettendovi di gustare l’opera prima di Francisco Gonzalez attraverso le cinque/sei ore richieste per giungere ai titoli di coda, che possono facilmente raddoppiare grazie alla possibilità di poter rigiocare il titolo coi commenti audio degli addetti ai lavoro – non fatelo nella prima run, ci sono diversi spoiler – e di sbloccare ogni achievement Steam.

VITA SPERICOLATA

Entrando più nel dettaglio sul lato gameplay, A Golden Wake è un’avventura punta-e-clicca che strizza l’occhio ai tempi passati. Non c’è la possibilità di ottenere aiuti durante le fasi di gioco, tanto meno di evidenziare gli hotspot degli elementi con cui potrete interagire in ogni location; nonostante questo, la progressione molto piacevole della storia è affiancata da enigmi vari ma non difficili per risoluzione, aspetto che probabilmente alcuni avventurieri navigati potrebbero non apprezzare particolarmente, eppure il risultato complessivo è molto soddisfacente. Risolvere piccoli problemi giornalieri, riscuotere il pizzo, nascondere armi dentro torte trovando il modo di distrarre lo chef che la sta ultimando, far saltare in aria baracche in cui si produce alcol, assoldare compagnie d’intrattenimento o personaggi di spicco, questo e tanto altro vi attende nel titolo di Grundislav Games. Se quindi l’impressione è che si potesse far di più per design dei puzzle e dei rompicapo creati, la gran varietà di situazioni che ci troveremo a gestire – a cui ne segue una anche in termini di ambientazioni visitate – ci ha permesso di chiudere un occhio a riguardo, anche se qualcosa in più lo si sarebbe potuto realizzare pure per il sistema di “interrogatori”. Badate bene, più che interrogatori sono in verità dei dialoghi tramite cui far cambiare idea al diretto interlocutore, ma ci piace definirli così perché tentano di rifarsi a quanto visto in L.A. Noire.: giudicando espressioni sul viso (davvero ben riprodotte considerando che è tutto fatto in pixel art), modi di vestire e qualità d’abbigliamento, potrete decidere che argomenti toccare e in che maniera rispondere a chi vi è difronte; questo vi permetterà di sbloccare achievement specifici, e nel caso in cui sarete in difficoltà potrete sempre ricorrere al ‘Seller Intuition‘ per ottenere un’analisi parziale della personalità di chi vi è davanti, in modo tale da optare per risposte più dirette ad altre più accondiscendenti e via dicendo. Ahinoi, per alcuni personaggi il sistema s’è rivelato poco riuscito, in quanto ci è risultato difficile “analizzarli” a prima occhiata, dovendo così procedere per tentativi o ricorrendo all’aiutino di cui sopra.

Chiudiamo con la valutazione del comparto audio-grafico. Dicevamo poc’anzi: pixel art e buon numero di location, ed aggiungiamo una palette di colori variegata che mette in evidenza i dettagli di ogni scenario. L’elogio più sincero però va fatto all’enorme mole di lavoro che ha richiesto documentarsi per realizzare un videogioco che non solo tenesse conto di particolari eventi storici, ma che ne riprendesse e ricordasse anche i sobborghi, i luoghi; è in tal senso che l’opera realizzativa riguardante Coral Gables può esser definita più che riuscita. È grazie ad essa che i riferimenti a George Merrick risultano più credibili, che il periodo del boom immobiliare vissuto nel gioco si basa su validi riferimenti del passato, che una così piccola comunità sia stata una delle prime a percorrere lo sviluppo urbano anche tramite le associazioni di proprietari; considerata una delle prime New Town, Coral Gables nel gioco appare come nella realtà di un tempo, con tanto di riferimenti al tram elettrico caduto in disuso negli anni a causa delle automobili, ma a cui si è reso onore tramite nuove linee nei giorni nostri. Lo sviluppatore ha trovato il tempo di portarci anche fuori da questi borghi, abbiamo parlato del preambolo in New York, ma non dello spezzone di gioco situato a Cuba, o di alcuni eventi atmosferici che segnarono la gente di quei luoghi e di quegli anni: dall’uragano di Miami del 1926 con venti fino a 230 km/h, che spinse la regione ad una Grande Depressione anticipata, a quello “Labor Day” del 1935 con tanto di citazioni e rimandi al treno deragliato vicino a Islamorada… Ottime le animazioni, inoltre, ma migliorabile la mappa di gioco sulla quale avevamo presentato qualche piccola perplessità anche in fase di hands-on, e perfetta la caratterizzazione dei personaggi principali di gioco, manco a dirli, realmente esistiti: dal primo sindaco di Coral Gables a Merrick, alla sua famiglia e nello specifico a sua madre, per arrivare al governatore e “Fatty” Walsh. Il discorso si estende al comparto sonoro, composto da un ottimo doppiaggio in inglese (ricordate che si tratta di una produzione a basso budget, le traduzioni potrebbero arrivare solo in via del tutto amatoriale) e da una colonna sonora in tema con quegli anni, varia per numero di tracce e realizzata con criterio a seconda delle situazioni di gioco vissute; ottimo lavoro da parte di Peter Gressen, quindi.

A Golden Wake – Recensione IN CONCLUSIONE
Proibizionismo e jazz, a cavallo tra gli anni '20 e '30, personaggi ed eventi storici reali, hanno fatto in modo che A Golden Wake si presentasse come un'avventura grafica interessante per temi trattati e non solo; oggi, dopo aver portato a termine la versione definitiva in circa sei ore, possiamo dirvi che quanto di buono messo in evidenza nella fase di pre-release è stato assolutamente confermato. La voglia di averla vinta, di diventare qualcuno e di dire basta ad una vita priva di soddisfazioni (soprattutto economiche), hanno fatto di Alfie Banks un protagonista più che indicato per l'opera di Grundislav Games, sostenuta dalla sempre lungimirante e professionale Wadjet Eye Games, sviluppatore e publisher a conduzione familiare enormemente apprezzato per i titoli finora realizzati e supportati guardando in faccia alla realtà, che è quella di fare le cose per bene e di farle una sola volta. Certo, si sarebbe potuto far di più riguardo la difficoltà degli enigmi, ma considerando l'ottima varietà degli stessi a cui se ne associa una altrettanto importante negli eventi di gioco che sarete chiamati a risolvere, oltre al fatto che si tratta dell'opera prima di Francisco Gonzalez, non c'è di che lamentarsi. Se quindi amate le avventure grafiche e non disprezzate un tocco retrò e la pixel art, fatela vostra senza pensarci due volte; ad una longevità non entusiasmante rimedia una rigiocabilità piuttosto buona, legata allo sblocco di speciali achievements e alla possibilità di rigiocare il titolo con il commento degli addetti ai lavori, che vi darà quel qualcosa in più sull'enorme mole di lavoro che A Golden Wake ha richiesto negli anni. ZVOTO 7.5

ANNI '20, TRA JAZZ, CORRUZIONE E PROIBIZIONISMO COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :