a James Hunt piaceva la gnagnera

Da Nicole Leblanc @NicoleTenenbaum

Rush è un film di Ron Howard. Non solo, è un film che parla di Formula Uno. C'erano tutti i presupposti per non andarlo a vedere. Poi, come spesso accade, mi lascio convincere dal parere di amici fidati che è bellobello wow vai che aspetti!! Saranno uomini che si eccitano con i rombi dei motori? No, sono anche femmine che glie piasce Pukka a dirmelo. Quindi va beh, si va, per la gioia di mio marito che non vedeva l'ora di ascoltare la Ferrari anni 70 che fa wrooooooooom. C'era l'anteprima con ospitini illustrissimi, qui a Stavanga. Facciamo parte dell'high society. I comuni mortali dovranno aspettare domani, per vedere sto gran capolavorone.
Partirei da un punto importantissimo: James Hunt. Per chi non lo sapesse (tipo me prima, adesso so, purtroppo, di chi si tratta) sto James era un inglese pilota storico rivale del ben più importante Niki Lauda (che sarebbe anche un po' parente di mia nonna da parte materna, e va beh, esticazzi, giusto?). Dunque, James Hunt (porello) era un belloccio al quale piacevano le gonnelle e le feste. Questa è la sintesi del personaggio. Uno dice evabbè, dato che si parla di lui in quasi tutto il film, ci sarà qualche approfondimento, no? Qualche dettaglio, qualche parola, qualchecosaacaso che lo fa sembrare pure un essere umano. La risposta è no. Il roscio di Happy Days delinea il suo personaggio principale - chiamiamolo pure "personaggio chiave attorno al quale ruota tutta la piccola morale da americano un po' così, come dire, inetto" - come se fosse un pupazzo. In effetti l'attore scelto per il ruolo (Chris Hemsworth) ricorda tanto un Ciccio Bello sviluppato. Ha un po' la faccia da bombolone insipido, e mi meraviglio dei commenti delle mie amiche in merito al tipo. Me le sdraierei, è il più raffinato dei commenti. Ci farei robbba, l'intermedio. Il più spinto non ve lo racconto. In effetti anche io ci fare robbba, però mentre faccio le parole crociate, mentre spiccio casa, mentre leggo l'oroscopo o mentre metto il top coat sopra lo smalto di Dior. Non me ne accorgerei, penso. Hunt è una sorta di Ken (l'amico di Barbie) e per tutto il film ho sperato che prima a poi facesse outing come in Toy Story 3, e si mettesse a sculettare dicendo a Niki Lauda: ma tu sei pazzoooo!!! Sarebbe stata una svolta che avrebbe nobilitato parecchio il film e la fama da americanino un po' così di Howard. Lo spettatore, secondo il roscio di Happy Days, è un po' grullo. Perché si capisce dalla prima scena, quando entra Ken con la sigaretta pendula e l'espressione da escobador, che è uno che glie piasce la gnagnera. Invece, siccome lo spettatore medio è scemo, bisogna ricordarglielo ogni istante che il poero James Hunt era un donnaiolo. Le scene (che potrebbero anche essere interessanti) dei motori wroooooooooooom sono intervallate da: lui che fa sesso con l'infermiera all'ospedale, lui che lo fa nel bagno dell'aereo con l'hostess, lui che tromba un po' là, un po' qua, un po' dove capita, basta si capisca che a lui piace la gnagnera. Non s'è ancora capito? E' come se io adesso scrivessi A JAMES HUNT PIACEVA LA FIc/gA!!, ad un certo punto chiamereste l'infermiera di prima, ma solo per farmi internare. Però ci sono anche momenti di approfondimento psiccologgico. Quando, ad esempio, conosce una modella (non si sa come...compare, semplicemente). Si presenta, lei ha un cappello a tesa larga che la rende misteriosa e dopo due minuti di dialogo degno di Bbiutiful, lui le chiede di sposarlo. E poi si sposano. Giuro. Accade sul serio. Nel film. Perché mi sono informata, non è andata così nella realtà. E' stata una variazione sul tema del genio di Ron Howard.
L'altro personaggio è Niki Lauda, interpretato dal validissimo Daniel Brühl, che nobilita l'intera fiction..ahem, no scusate, film. Anche qui avviene taglio di accetta per delineare il personaggio, però almeno Niki Lauda/Daniel Brühl ha una storia da raccontare un pochino più interessante. Non per merito del regista americanino un po' così, sia chiaro. Per merito della realtà, che a volte è meglio dei film.
Niki Lauda conosce la sua futura moglie in Italia, salgono in macchina insieme, si brucia il motore. Lei allora, in mezzo ad una campagna che pare nei dintorni di Siena, dice più o meno così: faccio io l'autostop, siamo in Italia, baby! Tradotto: siamo in Italia, in quella nazione a forma di stivale dove sono tutti dei morti di figa, appena vedono una femmina straniera con la gonna vedrai quanti! I due tipi che si fermano si riscattano andando addosso non a lei, ma a Niki Lauda, sono dei fanz! (l'elemento sorpresa di Ron Howard, roba forte). Lo fanno come due scimmie antropomorfe che vedono le banane. Ovviamente entrambi sono neri impeciati, coi baffi, la camicia con le maniche arrotolate, il sudore sulla fronte e l'accento partenopeo. Mi pareva campagna toscana..bah, americanino un po' così sto Howard. Saranno stati due di Posillipo che tra una pescata ammmare e due o sole mio, sono andati in vacanza a Pienza.
Come non notare la presenza di Favino che ormai è richiestissimo come cameo. Peccato che negli Stati Uniti nessuno o quasi sappia chi sia, quindi da cameo mi si trasforma in comparsa. Mi spiace perché l'ho conosciuto l'estate scorsa, è una persona ammirabile e un attore valido. Perle ai porci.
Poteva essere un minimo interessante (ma non più di tanto) approfondire il rapporto tra Lauda e Hunt, rivali sportivi. Invece anche quello è buttato un po' ai maiali, trascurato, appena accennato o tradotto in dialoghi penosissimi che farebbero cascare le balle a chiunque. Dialoghi strumentali che servono per delineare una morale stucchevole da due cent.
La scena finale (cosiddetta scena clou conclusiva) è patetica, Hunt che causalmente incontra Lauda in un hangar mentre le solite gnocche lo tirano per la giacchetta, e lui arrivooooo!!! Per riempire il vuoto spinto dei contenuti qualcosa dovevano pur fare, allora daje di colonna sonora invasiva che non molla mai.
"Che una volta la Formula uno era pericolosa che si moriva e che e le gare erano avvincenti, e io mi ci faccio il film, ecco. Prima gioco con la polistil, però, ecco." Ron Howard una mattina a caso mentre mangia il latte coi cereali.

Un film trattato da americano stupido su un inglese trattato da stupido. -
marito dopo 10 minuti di film

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