« …le leggi devono tener conto anche dei difetti e delle manchevolezze di un paese… Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all’abito » – (Giovanni Giolitti, “Memorie della mia vita”).
Se ai tempi del “Biennio Rosso” (1919 – 1920) l’Italia non scivolò nel baratro di una guerra civile, il merito fu da ascrivere anche ed in special modo alla lungimiranza di un campione del pensiero liberale quale fu Giovanni Giolitti (il vero padre fondatore, tra l’altro e ricordiamolo, dello stato sociale italiano). Respingendo le pressioni provenienti dell’ala più reazionaria della grande borghesia industriale, Giolitti rifiutò infatti l’opzione della forza contro gli operai che avevano occupato le fabbriche e seppe andare incontro alle esigenze di maestranze e sindacati con un accordo su larga scala (18 – 20 settembre 1920) con il quale il Governo riuscì a porre fine alla complessa e pericolosa vertenza, ristabilendo in questo modo la calma e l’ordine nel Paese.
La sinistra francese guarda con preoccupazione alla recente vittoria del Fronte Nazionale nelle elezioni locali di Brignoles (in realtà si tratta di un test dalle limitatissime proporzioni) ma non si interroga sul perché di quella che considera una pericolosa deriva. O meglio, lo fa e lo continua a fare con una sorta di aristocratico quanto superficiale distacco, leggendola come il primitivo rigurgito di un ventralismo sguaiato. Ma si sbaglia. E’ proprio attraverso una politica violentemente buonista che ha messo in secondo piano le istanze di una consistente fetta di Francia, accantonandole come obsolete ed immature velleità nazionaliste, che la Sinistra d’oltralpe ha mortificato l’identità ultramillenaria del suo popolo, costringendolo ad accettare le bizzarrie di un politicamente corretto tanto aggressivo quanto insensato (mi riferisco, ad esempio, allo stravolgimento dell’identità formale genitoriale). Condivisione, dialogo ed accettazione non devono essere prassi, valori e compiti univoci, soprattutto in quello che è un enorme mosaico di popoli e civiltà; al contrario, la legittima tutela del proprio bagaglio culturale e storico è il primo passo (anche) per sottrarre carburante ed argomentazioni all’inganno populista ed alla facile demagogia.
Impari a dialogare, la sinistra chic e benpensante del “Genitore 1” e “Genitore 2”. Esattamente come fece il nostro Giolitti, tanto tempo fa.
Ps. Poi arrivarono Mussolini e gli spaventati plutocrati che lo sponsorizzavano. E quella meravigliosa fase di democrazia risorgimentale fu consegnata alla Storia.