Da cui si potrebbe dedurre che ho imparato a vendere cara la pelle…
Ma andiamo per ordine. Sono ancora a Rimini, ospite di Unique, è una domenica grigia che non fa rimpiangere lo stare dentro un sala meeting invece che a passeggiare sul mare. Il mare lo vedo dalla finestra, di un azzurro slavato, non certo al suo meglio.
E dentro la sala meeting sono a lezione di pelle. Dove si riascoltano cose che si sapevano, tipo che la costanza è fondamentale per non far fare alla nostra pelle la fine dei gerani quando torniamo dalle vacanze (con la terra fratturata per la secchezza, e noi che li annaffiamo a più non posso mentre l’acqua attraversa le fratture e scende sul terrazzo di quello che abita al piano di sotto e si infuria), e altre che non si immaginavano, tipo che essere acqua e sapone suona bene ma non è un gran bene per la pelle, dato che il sapone la irrita e le creme dopo servono solo a calmare qualcosa che si poteva evitare.
Ma quello che mi intriga di più è la lezione di tecniche di vendita. Non soltanto perché non sono mai riuscita a vendere niente in vita mia, e imparare qualcosa mi potrebbe servire. Ma anche perché qui sono tutte donne. E mi viene da chiedermi: se fossero tutti uomini? Se invece di vendere cosmetici vendessero, che so, cuscinetti a sfera o scambiatori di calore? Le tecniche sarebbero le stesse?
Perché qui a un certo punto si chiede: che cos’è che non vi fa chiudere l’appuntamento? L’approccio lo fate bene, l’inizio della relazione anche, ma poi quando arrivate al punto di dire “allora fissiamo giovedì o venerdì?”, lì c’è come un blocco. Che cosa vi trattiene? Di cosa avete paura? E a dir la verità durante tutta la lezione (si, penso sia giusto chiamarla lezione) si scava su cosa c’è sotto la mancata vendita o il mancato appuntamento e sotto il senso di insoddisfazione e frustrazione che si prova. Si sottolinea la necessità di percepire un valore in quello che si fa. E si parla di allenamento: nessuno nasce imparato, la prima volta che si fa una cosa si suda e si pensa che non ci si riuscità mai, e poi piano piano diventa più semplice, e alla fine è quasi naturale.
Non ho mai assistito da “infiltrata” alle riunioni tecniche dei venditori, ma ho assistito a riunioni di venditori in cui si parlava di nuovi prodotti. Ho usato il termine venditori perchè appunto erano quasi tutti uomini. E il linguaggio e le attitudini a me sembravano molto diverse: serpeggiava una certa spavalderia, una competizione dichiarata fino alla sfida.
L’ho vista solo io? Oppure davvero le tecniche di vendita sono diverse se a vendere sono uomini o donne?
Chiunque mi voglia rispondere è il benvenuto!
Intanto ringrazio Unique per avermi fatto entrare nel suo mondo e avermi creato delle nuove domande!
Thoughtful Anna