© Museum of London
Per sette secoli, tredici scheletri hanno riposato indisturbati in uno dei punti più frequentati del centro di Londra. Ora, l’equipe di archeologi del Museum of London, impegnati a seguire le imprese edili che lavorano a Crossrail, progetto da 15 miliardi di sterline, hanno scoperto i corpi sotto Charterhouse Square, a Farringdon. I resti, erano sepolti in due file ordinate, accanto a frammenti ceramici risalenti alla metà del XIV secolo. Per gli studiosi, la disposizione degli scheletri farebbe risalire le sepolture ad un periodo iniziale della peste nera (1348), prima, cioè, che si trasformasse in una pandemia, costringendo I londinesi all’utilizzo di grandi fosse comuni. Per gli esperti, il ritrovamento è importante, in quanto, se le analisi dovessero confermare gli scheletri come vittime della peste, si potrebbe potrebbe far luce anche sul morbo, responsabile della morte, tra il 1348 e il 1350, di un quarto della popolazione britannica.
Secondo le cronache del Survey of London (1598), scritte dallo storico John Stow, in seguito alla peste (The Black Death), 50.000 corpi furono sepolti nella zona di Farringdon, che nel Medioevo era ancora “terra di nessuno”. Anche se il numero delle vittime sembra esagerato, gli esperti confidano di poter trovare molti altri corpi nelle vicinanze di quelli già scoperti. Resti accertati di vittime della peste, erano emersi nel 1980, nei pressi di East Smithfield. Il ritrovamento di Farringdon non costituisce alcun pericolo per la salute pubblica, dato che il batterio della peste si trasmette solo tra organismi viventi e non sopravvive nel terreno. Gli scheletri, non sono i primi ad essere stati scoperti durante gli scavi per Crossrail. Gli archeologi, infatti, hanno già rinvenuto più di 300 scheletri nei pressi della stazione di Liverpool Street, risalenti al XVII o XIX secolo, e da collegarsi al cimitero dell’ospedale di “Bedlam”.
Gli scheletri di Farringdon, sono stati accuratamente scavati e trasportati al MOLA (Museum of London Archaeology) per i test. Gli scienziati sperano di mappare il DNA del batterio della peste nera ed, eventualmente, contribuire alla discussione riguardo ciò che causò l’epidemia. Circa 75 milioni di persone nel mondo, e fino al 60% della popolazione europea, perirono durante la Morte Nera, una delle pandemie più devastanti della storia umana.