Duecento anni fa si combatteva la battaglia di Waterloo, pagina sanguinosa, che avrebbe cambiato la storia dell’Europa. Si discute ancora, tra gli storici, su quella giornata di due secoli fa, che segnò la fine per Napoleone. L’imperatore stesso, ebbe tempo in esilio per ripensare agli esiti, alle strategie mancate, a cosa non avesse funzionato. Probabilmente fu sfortuna. Gli inglesi avrebbero avuto la peggio se invece delle truppe prussiane di Blücher, fossero sopraggiunti i francesi di Grouchy. Ma la storia, come si sa, la scrivono i vincitori. E allora, se siete a Londra, potete senz’altro aggiungere ai vostri itinerari, quello del bicentenario di Waterloo. Basta raggiungere Hyde Park Corner, sistema giroscopico molto impegnativo per il traffico, che però è comodamente raggiungibile attraversando il parco oppure servendosi della metropolitana.
Un vasto insieme di tunnel sottopassaggio, collega i vari marciapiedi intorno a Hyde Park Corner. I tunnel, progettati nel 1962 per facilitare la vita dei pedoni, furono decorati con piastrelle a soggetto storico nel 1995. Queste opere furono sovvenzionate dalla fondazione Free Form Arts Trust ed un’intero sottopasso è dedicato alla battaglia di Waterloo. Sono rappresentati i momenti più cruenti, ma anche l’incontro di Wellington e Blücher a La Belle Alliance, a fine battaglia. Mentre si esce, tra i rilievi di soldati al galoppo e sciabola sguainata, si può notare, sulla destra, la statua del duca di Wellington e, subito dietro, l’Arco di Trionfo nel mezzo di Hyde Park Corner. Si tratta del cosiddetto Wellington Arch, costruito tra il 1826 e il 1830 per controbilanciare il Marble Arch all’altra estremità del parco. Fu progettato da Demicus Burton e, originariamente, si trovava di fronte al n.1 Hyde Park, cioè Apsley House, la dimora di Sir Arthur Wellesley, primo duca di Wellington. La casa si trova sulla sinistra, ma è ora separata da Hyde Park Corner da una strada trafficata, aperta nel 1882, anno in cui l’arco fu spostato. Il duca era morto ormai da un trentennio e lo spostamento non creò particolari rimostranze. Anche la statua equestre che lo raffigurava e che si trovava sopra l’arco, fu rimossa nel 1912, stavolta tra qualche polemica. Ora si può ammirare una suggestiva quadriga di bronzo con l’Angelo della Pace che scende sul carro di guerra. L’Arco è gestito da English Heritage e si può visitare. Inoltre, fino al 1 novembre, al terzo e al quarto piano, un’esauriente mostra racconta la battaglia di Waterloo, attraverso un video racconto ben fatto, che ripercorre i momenti salienti del confilitto, e poi armi, dispacci, cimeli e persino la spada e i famosi stivali del duca di Wellington. Una volta discesi, e infilato il sottopasso, vi basterà attraversare dalla parte opposta, per passare un po`di tempo tra gli splendori e le memorie di Apsley House. Là potrete ammirare stendardi francesi catturati durante la famosa battaglia, servizi di porcellane commemorative o di provenienza imperiale, la salsa da pranzo con la bella ricostruzione del Waterloo Banquet, i ritratti degli ufficiali che combatterono a Waterloo, una quadreria eccezionale con dipinti donati al duca dal sovrano di Spagna, e una gigantesca statua di Napoleone in veste di Marte pacificatore, scolpita da Canova, tra il 1802 ed il 1806. L’opera fu acquistata dal governo britannico nel 1816 per la somma di 66mila franchi e venne donata dal principe reggente al duca di Wellington nel 1817. Il pavimento di Apsley House fu appoitamente rinforzato per accomodare il peso della statua. La posizione della scultura, ‘imprigionata’ dalle balaustre della scala di ingresso, è ancora vista oggi come la prova che il vincitore di Waterloo cercò di umiliare il suo avversario, posizionando un trofeo di guerra in un ambiente domestico indegno. Molto probabilmente, invece, il luogo scelto dal duca per la statua di Canova, doveva servire ad incutere rispetto e riflessione, piuttosto che essere visto semplicemente come un confino umiliante. Infatti, quando a Wellington veniva chiesto di nominare il più grande generale dell’epoca, egli rispondeva: ‘In questa età, in epoche passate, in qualsiasi età, Napoleone’.