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A love story. Capitolo 3: la guerra dei mondi

Creato il 26 settembre 2011 da Naimasco78

“Io non è che sia contrario al matrimonio, però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.”

Massimo Troisi

A love story. Capitolo 3: la guerra dei mondi
E’ venerdì, serata “sushi” con le amiche per tradizione. D., C. ed io parlando di uomini, donne e sentimenti, arriviamo a decretare come esemplare femminile vincente quello della “gatta morta”: pare infatti, che in questo momento stia scalando le vette delle classifiche dei best sellers in libreria un divertentissimo comedy dal titolo “Volevo essere una gatta morta” di Chiara Moscardelli, Einaudi Stile Libero. L’autrice presenta il soggetto in questione così:

“La gatta morta è una micidiale categoria femminile.
Non è divertente, è seducente. Non esprime opinioni, ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il ragazzo con gli amici, non si concede al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio. Chiara l’ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi.”

Tempi duri quindi per tutte le altre, le Bridget intendo. Sì perchè dopo aver trascorso mesi, forse anni, nel tentativo mi auguro non vano di erudirmi nello studio ed approfondimento del campo assai minato dei comportamenti umani, sono arrivata alla conclusione che il complicato e misterioso universo femminile si possa dividere in due categorie: le vincenti, ovvero le gatte morte, e le perdenti, alias le Bridget Jones. Le vincenti sanno quello che vogliono, (anche se apparentemente fingono questo esasperante smarrimento e necessità di qualcuno che le guidi), detestano prendere decisioni, soprattutto su quale film sia meglio andare a vedere al cinema, durante una conversazione preferiscono ascoltare e qualche volta annuire e conoscono perfettamente il modo e la maniera di far arrivare agli uomini questo chiaro e semplice messaggio: dove mi metti, sto. La tecnica del fermacarte, ovvero, della donna che non crea problemi ma che invece sembra essere stata creata apposta per togliere agli uomini le castagne dal fuoco, garantisce un successo assicurato, e rappresenta il primo concreto passo verso l’altare, che però intendiamoci, verrà raggiunto solo dopo aver ricevuto un delizioso Damiani 4 carati taglio brillante in platino.

Al contrario, invece, le Bridget sono esplosive, sanno divertirsi, molto spesso fumano, bevono e dicono parolacce, hanno piena padronanza delle proprie argomentazioni che sanno mostrare in pubblico al momento opportuno, investono in una carriera lavorativa soddisfacente, che però le porta a sacrificare un aspetto invece importante per chi, come le gatte morte, insegue il sogno coniugale: l’economia domestica. Le Bridget non sanno cucinare, puliscono il proprio appartamento solo quando sanno che qualcuno le verrà a trovare e fanno la lavatrice una volta alla settimana senza dividere i bianchi dai colorati, così, in un allegro groviglio di colori e tessuti. A questo punto, vi chiedo, chi sceglierebbe una tale imbranata solo perchè sa parlare e scherzare a scapito invece di un angelo del focolare con marchio ISO 9001 discreta ma rassicurante? Nessun uomo è così masochista, ve lo garantisco. Agli uomini piace sapere che c’è qualcuno devoto a loro che li aspetta a casa, che non li metterà mai i difficoltà durante una conversazione a più elementi e che in generale non ruberà mai loro la scena, il riflettore puntato. La moglie perfetta garantisce tranquillità ed armonia tra le mura casalinghe, ed una vita all’insegna del moto perpetuo. E le Bridget? Le Bridget rappresentano la variante incostante, l’imprevedibilità, la non adattabilità: le Bridget, fondamentalmente, sono come fuochi d’artificio, che lasciano tutti a bocca aperta, stupiscono con giochi di luce e colore, ma appena finiscono, dopo pochi minuti, la gente smette di guardare per aria e se ne va, come niente.

A love story. Capitolo 3: la guerra dei mondi
Può una gatta morta diventare una Bridget Jones o viceversa? Fortunatamente, no. E sottolineo fortunatamente, ma non per le gatte morte, intendiamoci. Quelle, sono già abbastanza fortunate, di natura.



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