Lunel, il villaggio europeo del Califfo
La nostra inviata Francesca Paci è a Lunel, un piccolo comune nel Sud della Francia, per incontrare Laurent, una psicologa di 58 anni.La storia da raccogliere è quella del figlio di Laurent, Raphael: nell’estate del 2014 è partito con una piccola bugia e un libro del Corano nello zaino. Ha superato il confine dalla Turchia ed è entrato in Siria. Poco dopo è stato ucciso. “Sarebbe giusto spiegare cos’è la manipolazione ai ragazzi che ancora pensano di andare in Siria, ma io riesco appena ad alza rmi”, ci dice la madre. Lunel è uno dei villaggi europei che ha dato più reclute al Califfo di Isis, Abu Bakr al-Baghdadi.
«Sarebbe giusto spiegare ai ragazzi cos’è la manipolazione ma non ho la forza, sono ferma al 22 luglio 2014, quando il mio unico figlio Raphael mi ha detto che partiva per un corso a Parigi e invece ha attraversato la frontiera turca per essere ucciso poco dopo. I media l’hanno marchiato come terrorista ma non ha fatto nulla di male laggiù, per tre mesi mi ha ripetuto su Skype che era in missione umanitaria: in guerra ce l’hanno portato.
Non gli mancava niente e anche quando nel 2010 è diventato musulmano non ha mai avuto atteggiamenti radicali, pregava ma vestiva normale e studiava ingegneria».
Madame Laurent, 58 anni, psicologa infantile convertitasi all’islam per non perdere quel figlio che prima del Corano aveva amato i Led Zeppelin, parla con riluttanza da dietro il cancello della villetta nella zona popolare di Lunel, la cittadina camarguese un tempo nota per il Moscato e le corse dei tori passata alle cronache come «la fabbrica dell’odio» dopo che negli ultimi mesi almeno 20 dei suoi 25 mila abitanti si sono arruolati in Siria
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Sorgente: A Lunel, fabbrica della jihad in Francia: “Solo i reclutatori si occupano dei giovani” – La Stampa