A margine del convegno all' Università cattolica Milano; Passato e presente del Mercato unico Europeo

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Milano 15 Febbraio 2013

Vent’anni di mercato unico europeo. Il bilancio? Decisamente positivo,
come risulta dall’incontro tra tecnici, operatori economici, studenti organizzato dall’Università Cattolica di Milano (foto sotto del chiostro innevato dell' università cattolica di Milano adiacente a San Ambrogio) Ma la strada da fare è ancora tanta, specialmente nel campo della politica sociale che deve rispondere alla crisi – calo del manifatturiero dal 20 al 15,6%, tre milioni di posti di lavoro persi, disoccupazione giovanile ai massimi – dopo vincoli e tagli.Come? Con interventi plurimi: l’adozione dei
project bond/eurobond (a suo tempo fortemente voluti da Romano Prodi eda Alberto Quadrio Curzio) per finanziare infrastrutture europee pari a 2-3000 miliardi; un ammorbidimento della politica del rigore(convincendo la Germania) che, da sola, non fa che aggravare la crisi;
incentivi e agevolazione per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile, rimuovendo le burocrazie frenanti.E, in particolare per quanto riguarda l’Italia, pagando le imprese creditrici dello Stato, 100 miliardi sufficienti a riavviare il volano della ripresa.Su questo punto il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia si dichiara nettamente favorevole.
Se non si adottano provvedimenti per lo sviluppo, dicono gli esperti, l’Europa per la quale si prevede crescita zero verrà surclassata dagli Usa (pil più 2,5%), dalla solita Cina (più 9%) e da altri Paesi emergenti, nonostante i fondamentali del Vecchio Continente siano migliori delle altre vecchie e nuove economie. Per ripartire, quindi,si tratta solo di scelta politica.
Quando nel 1992 fu istituito il mercato unico europeo, vi partecipavano 345 milioni di persone provenienti da 12 paesi dell'UE.
Oggi il mercato unico conta oltre 500 milioni di persone provenienti dai 27 Stati membri dell'UE. Per i cittadini ciò significa più scelta.Per le aziende, più clienti potenziali.
Il Pil dell'UE-27 si è attestato nel 2008 al 2,13%, ovvero a 233
miliardi di euro, una cifra superiore rispetto a quella che si sarebbe registrata in assenza del mercato unico. Tale cifra corrisponde a un aumento del reddito di circa 500 euro per ciascun cittadino dell'UE.Tra il 1992 e il 2008 il mercato unico ha contribuito alla creazione di 2,77 milioni di nuovi posti di lavoro. Questi benefici potrebbero raddoppiare se si riuscisse ad abbattere le rimanenti barriere commerciali e se si promuovesse il mercato unico digitale.
Gli scambi commerciali hanno registrato un aumento vertiginoso, tra i paesi dell'UE sono passati dagli 800 miliardi di euro del 1992 ai 2.800 miliardi del 201l. Anche le esportazioni dell'UE verso i paesi terzi hanno registrato una forte crescita, passando dai 500 miliardi di euro del 1992 a 1.500 miliardi nel 2011; ovvero dall'8% del PIL dell'UE nel 1992 al 12% nel 2011.
Il mercato unico ha permesso all'UE di diventare più attraente per gli investitori stranieri. Il flusso di investimenti esteri diretti (IED) tra i paesi dell'UE ha raggiunto un nuovo picco, passando dai 64 miliardi di euro del 1992 ai 260 miliardi di euro del 2010.
Al tavolo dei relatori, cui ha portato il saluto Guido Merzoni, preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali che ha
organizzato l’incontro assieme alla Rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea, Carlo Corazza, portavoce del Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani che ha dato forfait all’ultimo momento per un anticipo dei lavori della Commissione ma che ha fatto comunque arrivare un messaggio ai partecipanti; Alberto Quadrio Curzio, Professore emerito di Economia politica; Ugo Draetta,Docente di Diritto internazionale; Valeria Miceli, Docente di Economia politica e dei mercati finanziari; Andrea Santini, Docente di Diritto internazionale e Diritto dell’unione Europea, tutti della Cattolica.
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