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A Memory of Light: Moiraine, Thom e Lan

Creato il 07 maggio 2013 da Martinaframmartino

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L’abbiamo atteso a lungo il ritorno di Moiraine nella Ruota del Tempo. Qualcuno ha davvero pensato che fosse morta? “Fuggite, sciocchi!” grida Gandalf prima di scomparire presso il ponte di Khazad-dûm. Moiraine è molto più consapevole, in fondo lei sa almeno in parte quel che avverrà e predispone le cose in modo che possano andare per il meglio. Addirittura, lascia una lettera. Due per la verità, ma mentre il contenuto della prima lo avevamo scoperto subito, nei Fuochi del cielo, per rivelarci il contenuto della seconda Robert Jordan ha aspettato l’undicesimo romanzo, La lama dei sogni

Se siete arrivati fin qui e vi siete beccati spoiler della Ruota del Tempo colpa vostra, non l’avete visto il titolo? È ovvio che sto parlando del quattordicesimo romanzo, Memoria di luce, che in Italia arriverà solo in luglio. Sopra queste righe comunque la presenza di possibili spoiler dai volumi precedenti mi sembrava ovvia, sotto arrivano anche gli spoiler di A Memory of Light. Se non volete spoiler leggete la recensione: http://librolandia.wordpress.com/2013/02/27/a-memory-of-light-una-recensione/

Deludente. Moiraine per molto tempo è stata la figura di Gandalf, anche se più irritante. Gandalf era rispettato da tutti, lei ha un modo di trattare gli altri come se fossero bambini che a volte fa venire la voglia di urlarle addosso, per non dire peggio. Con Nynaeve si tollerano a mala pena, e Rand fa del suo meglio per riuscire a sfuggire alle sue trame. Nonostante tutto, aveva ragione l’Aes Sedai: almeno per un certo periodi di tempo loro hanno bisogno di guida e protezione, e lei è magnifica in questo compito. Quando il suo ruolo si esaurisce lei scompare oltre una porta da cui sembra che non ci sia ritorno. L’unica influenza che Jordan ha ammesso è stata quella di J.R.R. Tolkien, ricordiamolo. L’inizio della saga, villaggio, protagonisti ingenui, cavalieri neri, fuga, mentore, compagnia che si scioglie, è molto tolkieniano, e come se non bastasse a un certo punto c’è pure la locanda dei Nove anelli. Gandalf cade, e Moiraine con lui. Quanto al balrog e a Lanfear sono solo elementi di contorno, la scusa per un bel volo.

Il ritorno di Moiraine è stato più problematico. Rand si è indurito, e ha avuto bisogno di arrivare al limite prima di tornare indietro. Se l’Aes Sedai fosse rimasta al suo fianco il suo cammino non sarebbe mai stato così duro, e probabilmente il Tenebroso avrebbe vinto. Mat ci ha rimesso un occhio, Noal, aka Jain Farstrider, è morto per lei. Min sapeva che senza una donna… com’è che era la profezia? Qualcosa su una donna ormai andata e persa senza della quale Rand non avrebbe avuto possibilità di vittoria.

Avevamo grandi attese per lei, e sono rimaste deluse. La delusione peggiore del romanzo direi. A cosa è stata utile Moiraine, per cosa sono serviti questi sacrifici? Rand aveva già ritrovato il suo equilibrio. Vederla gli ha fatto bene, ma non era indispensabile. Con Siuan e Lan, compagni di mille battaglie, si sono a mala pena degnati di uno sguardo, e nemmeno con Egwene e Nynaeve c’è stato nulla di notevole. Insomma, senza Moiraine Egwene non sarebbe neppure diventata Aes Sedai, altro che Amyrlin, e scorre tutto via così, senza lasciare traccia? E l’astio di Nynaeve? Ok, con il passare del tempo l’ex-sapiente aveva capito il valore di quanto fatto da Moiraine, probabilmente anche perché a Brandon Sanderson non era piaciuta l’ostilità fra le due donne, ma è tutto davvero finito troppo in fretta. Ha aiutato a conciliare i diversi punti di vista fra Rand ed Egwene? Ma per piacere! Erano entrambi perfettamente consapevoli della posta in gioco, e non avrebbero commesso sciocchezze come non le avrebbe commesse Elayne. Tutto quel discorso lì al concilio mi è sembrato davvero forzato. Come è stata presentata la scena stava effettivamente andando in fase di stallo, ma solo perché i personaggi non erano loro. E tutto per rendere indispensabile una figura che altrimenti Sanderson non avrebbe saputo come utilizzare. Qui, più che in tutto il resto di questi ultimi tre volumi, si vede come questo mondo sia stato creato da Jordan e Sanderson non abbia fatto altro che cercare di portare avanti al meglio quel che l’altro scrittore aveva fatto. Bravissimo, ma se non aveva indizi su come utilizzare certi personaggi Brandon non aveva la stessa libertà creativa che invece ha con le opere create da lui, e il risultato è inevitabilmente goffo.

Inutile anche la scena da bella statuina dentro la caverna. Chi invece mi ha divertita è stato Thom Merrilin. È lì, impegnato a comporre una nuova epica, perché lui è un bardo e nemmeno in quei momenti può ignorare i richiami dell’arte. Non credo che le Nere lo ignorino perché è il Custode di Moiraine, e la morte di lui allarmerebbe lei, visto che probabilmente nessuno sa di questo legame. Semplicemente lo credono innocuo e non perdono tempo, e lui dimostra come un travestimento non sempre riesca a ingannare gli osservatori. Avevamo già avuto Perrin che scopriva un Uomo grigio dall’odore, Gawyn che aveva sconfitto degli assassini Seanchan che non poteva vedere dai suoni, e nella trilogia Mistborn Vin che riesce a compiere imprese che hanno dell’incredibile solo perché riesce a sfruttare i suoi limiti in modi che nessuno si aspetta. Thom che passa dai versi al pugnale è grandioso, mi spiace solo che in questo volume lo si sia visto così poco. Però lo capisco, con un cast così vasto era davvero impossibile dare a tutti il giusto spazio.

A Memory of Light: Moiraine, Thom e Lan

L’ultimo membro della compagnia partita da Emond’s Field è Lan. All’inizio è facile liquidarlo come il guerriero invincibile su cui si può sempre contare, ed è strano vederlo innamorarsi di Nynaeve. Quanto ci siamo dispiaciuti, o preoccupati per Rand, per il suo destino di probabile morte nell’Ultima Battaglia? Rand ha vissuto due anni con la consapevolezza di essere il Drago Rinato, e che probabilmente sarebbe morto a breve. Lan ha vissuto tutta la vita con un destino di morte che pesava su di lui, semplicemente rimandato a causa della missione di Moiraine. Rand è quasi stato distrutto dal suo destino, anche se gli va riconosciuto che sulle sue spalle poggiava il destino del Mondo e che era altissimo, anche in caso di vittoria, il rischio di una nuova Frattura. Lan ha accettato il peso di dover morire per il Malkier ed è andato avanti. Tanto di cappello.

E poi abbiamo visto cosa è stato in grado di fare. Sarebbe morto per il Malkier, ma quando gli è stata fatta notare l’inutilità, persino la vanità, della cosa, ha chinato la testa ed è retrocesso. Lo vedevo come un guerriero tanto valido che un po’ mi sono sorpresa quando mi sono resa conto che lui non era fra i grandi capitani, ma la cosa è solo giusta. Aveva un altro ruolo da ricoprire, e comunque è stato tanto bravo da capire che c’era qualcosa che non andava con Agelmar. Se il piano di Graendal non ha funzionato è stato anche grazie a lui, uno dei pochi a capire che c’era qualcosa che non andava e ad agire di conseguenza. E poi c’è stato il duello con Demandred.

All’inizio avevo sperato che Gawyn potesse farcela, anche se sapevo che i ter’angreal che stava usando lo avrebbero comunque portato quasi certamente alla tomba. Con qualcuno meno esperto di un Reietto ce l’avrebbe fatta, ma le cose sono andate in tutt’altro modo. Poi è stata la volta di Galad, sopravvissuto probabilmente anche perché aveva ancora qualcosa da fare, e il suo ter’angreal era decisamente migliore visto che non aveva spiacevoli effetti collaterali. A quel punto sapevamo che Demandred era quasi imbattibile, ma anche che doveva essere abbattuto. Morta Egwene il compito spettava a un altro. Avevo supposto Logain, ma anche lui è stato sotto tono.

Bello il sentiero aperto per Lan da Tam. Ero convinta che a fine romanzo Tam avrebbe fatto parte del conto dei cadaveri e sono contenta che non sia stato così. Con un aiuto di questo tipo Lan non poteva fallire, anche se per tutto il tempo ho tremato e tifato per lui. Quando la storia assume toni epici ci può essere una sola conclusione, anche se nulla protegge dalla morte. Una morte, ricordo, già accettata da Lan. L’avete letto Nuova primavera? Se non lo avete fatto dovete rimediare, non è una storia inutile. Ci fa conoscere meglio i personaggi, e tiene con il fiato sospeso.

«Era lui il migliore. Ma pensava che fossi finito, con un solo braccio. Non ha mai capito. Ci si arrende solo dopo la morte.»

Moiraine annuì. Arrendersi dopo la morte. sì.

Pag. 342.

E poi c’è quest’altra conversazione nella Grande caccia:

«Mi è rimasto tempo solo per quest’ultima lezione, la più dura. Rinfoderare la spada.»

«Hai trascorso un’ora ogni mattina facendomi sfoderare questa maledetta spada e rimetterla a posto nella custodia. Da in piedi, da seduto e da sdraiato. Credo di avere imparato a rimetterla a posto senza tagliarmi.»

«Ti ho detto di ascoltare, pastore» ruggì il Custode. «Arriverà il momento in cui dovrai raggiungere un risultato a tutti i costi. Potrà succedere in attacco o in difesa. L’unico modo allora sarà di rinfoderare la spada nel tuo corpo.»

«Questa è follia» esclamò Rand. «Perché mai dovrei…?»

Il Custode lo interruppe. «Lo saprai quando sarà il momento, pastore, quando il gioco varrà la candela e non avrai altra scelta.»

Pag. 187.

Rand applica l’insegnamento di Lan alla fine dello stesso libro, nel suo duello con Ba’alzamon, ma i dettagli che Jordan sparge nella saga possono sempre tornare utili in un’altra occasione. Rand all’epoca era sopravvissuto, e non poteva essere diversamente altrimenti il Tenebroso avrebbe vinto al libro 2 e come avremmo fatto ad avere tutti gli altri? Non tutti sopravvivono. Ricordo un duello che mi ha spezzato il cuore narrato da Guy Gavriel Kay nel Sentiero della notte. E anche Sanderson ha fatto lo stesso scherzetto in uno dei suoi romanzi. Scene epiche, bellissime, e che mi fanno soffrire ogni volta che le leggo.

Lan fa quello che deve fare. Ha ragione lui, ed è grandioso. Demandred non lo capisce, come non ha capito che Rand si trova altrove. Lui è prudente, pensa a sopravvivere, e non può concepire l’inconcepibile. Lan si reputa già morto ed è un grandissimo dono il fatto che alla fine riesca a sopravvivere. Ho capito ciò che avrebbe fatto con qualche riga d’anticipo, e ho letto il brano gustandomelo in pieno. E alla fine il Malkier tornerà a vivere. La Terza Era si era chiusa con la Frattura, è solo giusto che ora tutte le ferite vengano risanate. Perchè anche se la morte è più leggera di una piuma a volte quella piuma è bello vederla volar via.



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