A metà del guano. Ops, guado.

Creato il 25 febbraio 2015 da Unarosaverde

Mercoledi, pausa pranzo. Esatta metà della settimana lavorativa. Qui si resilia, più o meno bene. E’ una settimana più complicata dal punto di vista degli impegni extra ufficio che da quelli in. La prossima settimana si prevedono invece slavine in pantani di guano: lo si sa, non ci si può far molto. Vuol dire che ci si affonderà dentro preparati.

Mentre accendo il computer, collego il cervello, digito tasti, analizzo dati, penso a soluzioni, mi invento caoticità, mi trasbordo dalla scrivania, al magazzino, ai reparti e poi torno ai tasti, le ore scorrono, con meno fatica rispetto alle settimane scorse. Merito della luce. Se devo (dovrei) uscire di casa prima delle sette, meglio farlo col chiaro: il lago è bellissimo la mattina presto. Se devo tornare a casa tardi, meglio farlo col chiaro: il lago è bellissimo anche all’imbrunire. Sento primavera nell’aria, anche se ancora non c’è.

Questa sera sesta lezione in CastAlimenti del gran corso di aiuto pasticcere serale: lunedi abbiamo preparato creme e ancora crema. La mia prima crema pasticcera su fornello a induzione è finita nel lavello. La seconda l’ho immortalata in fotografia. Tra profumi di zabaione, assaggi di mousse al cioccolato bianco e consumi irriguardosi di burro, si sono fatte le 23.00 e poi sono anche passate. Il problema dei corsi serali non sono i corsi, è il rincretinimento che mi resta addosso il giorno dopo, per sonno accorciato. Questa sera le creme finiranno su letti di frolla, pan di spagna e non so che altro: ogni volta è una scoperta. Ogni lezione realizzo che sull’argomento cibo, chimica del cibo, trasformazioni del cibo, non so nulla. Ansia. Ansia da studente impreparato.

Domenica pomeriggio ho mischiato margarina (comprata apposta, solo il burro varca la soglia di casa) con fecola e zucchero a velo scaduti. Ne è uscita una montata oleosa e chiara, fatta apposta per giocare con la sac à poche. Frustrazione. Frustrazione da persona capace di usare la testa, ma non le mani. Ad ognuno il suo, nella vita. Non c’è una rosetta che mi esca uguale all’altra. Prevedo altre sedute di prova. Ieri sera, invece, dopo una cena preparata dal papà (che si adegua ai miei orari e a richiesta produce perfino polentina à l’ancienne, quasi come si faceva una volta….oh, l’insuperabile cucina economica a legna della nonna…), ho fatto un esperimento.

Non è un esperimento difficile, anzi. Quando al corso un paio di colleghi mi hanno spiegato come si fa a fare i biscotti bicolore a spiraline di frolla normale e frolla al cioccolato, lo hanno fatto con aria da compatimento. Mi è sembrato di capire che anche un bambino dell’asilo sarebbe in grado di farli. Effettivamente. E’ che non ci avevo mai ragionato su, prima, a pensare che se metti uno strato sotto e uno sopra e poi avvolgi a rotolo il risultato finale, in sezione, è un effetto a spirale…

La mia profe di greco e latino del liceo ci diceva, scuotendo la testa, che noi ragionavamo a cassettini. Un cassettino per il latino, uno per la storia, uno per la grammatica, e così via. Noi le sorridevamo con aria di compatimento, povera donna, pensavamo, cosa racconta. Noi siamo fighi. E invece aveva ragione: io ragiono ancora a cassettini, in effetti, e quando ogni tanto mi accorgo che la differenza tra intelligenza e genialità sta nello scorgere le connessioni tra le cose, abbasso le orecchie come un cagnolino mortificato, perchè i miei fili li lancio, ma troppo di rado si aggrappano al mondo concreto. I biscotti alla fine sono venuti decenti, ma molto migliorabili. E ho capito il procedimento: è già qualcosa. Un’altra informazione per il cassettino “pasticceria”.

Domani sera, invece, corso di disegno soft. Ho lasciato a metà la riproduzione di un particolare a scelta della Venere Italica del Canova (copia in gesso a disposizione) e mi piacerebbe proseguire. Avrei voluto disegnarle il culo, perchè ha un culo da invidia, ma l’avevo in vista girata di fronte e ho deciso per l’incrocio delle braccia sul petto. Sarebbe bello che le braccia mi venissero somiglianti a due braccia e non ad alberi motore, e che il drappeggio si profilasse morbido, e non simile a chiglie di navi spezzate. Dall’inizio del corso spedisco una foto del mio foglio da disegno ogni giovedi sera, dopo la lezione, a lui per farlo ridere un po’. Lui ha visto che sono disgrafica. Dice che ci sono miglioramenti, minimi, ma ci sono. E’ sempre stato un tipo gentile. Gli porterò biscotti spiralati, prima o poi. Per ora ho individuato in giro per il quartiere gente disponibile (obbligata) a farmi da cavia: tra domenica e ieri ne ho già arruolati alcuni  (mica posso mangiare tutto io). Adesso ho uno scopo nella vita: non intossicarli.

E dopo….dopo si prosegue con un venerdi sera senza eventi degni di nota che non siano un “a nanna presto che domani si va in gita”, tutto proteso verso il sabato. Se non diluvia come l’anno scorso, vado a Venezia, a vedere una mostra al Correr e ad inaugurare la stagione dei viaggi. L’inverno è stato lungo e sedentario. Dovrei andare al Guggenheim, in realtà, perchè è una vita che è inserito nella mia lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita. E’ che temo che ci rimarrei dentro un’oretta, perchè l’arte moderna mi deprime, perchè non la capisco. E a me non piace sentirmi che non capisco. E allora forse non andrò nemmeno questa volta, se il sole splenderà sulla laguna.

Torno nel guano: ne ho ancora un po’ da spalare prima che se ne depositi altro. Buon pomeriggio a tutti.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :