8 NOVEMBRE – Un vecchio adagio ma sempre attuale recita che “chi ben comincia è già a metà dell’opera”. Ebbene, per quanto riguarda la squadra gialloblù, è quanto mai evidente come dopo un inizio così importante – 22 punti in sole 11 gare – la metà dell’opera – intesa come obiettivo 40 punti – sia già stata non solo raggiunta ma addirittura superata. Frasi più o meno celebri a parte, la marcia degli uomini di Mandorlini appare quasi inarrestabile, dopo la sesta vittoria casalinga consecutiva che ha eguagliato il record che apparteneva al Verona 2001/2002 allenato da Alberto Malesani. Eppure la sfida contro il Cagliari si presentava come un incontro tutt’altro che facile. I rossoblù, reduci da due sconfitte consecutive e con la panchina di Lopez quanto mai traballante – con Cellino non si possono certo dormire sonni tranquilli – si presentavano al Bentegodi decisi a “strappare” almeno un punto. Ciò nonostante alla fine il punteggio finale è stato ad appannaggio dei gialloblù al termine di un incontro il cui esito finale – dobbiamo dirlo – non è mai stato in discussione. Dopo il vantaggio conseguito dopo solo nove minuti con un rete guarda caso di Luca Toni – giunto al quinto sigillo stagionale – gli scaligeri hanno “messo il lucchetto” all’incontro ad inizio ripresa con un eurogol di Bosko Jankovic. La rete di Conti, giunta in tempo di recupero, ha di fatto solo attenuato la delusione cagliaritana per la terza sconfitta di fila. La squadra di Mandorlini inizia ad assumere l’aspetto di un meccanismo quasi perfetto dove pur cambiando gli attori – negli ultimi tre incontri il tecnico scaligero ha effettuato un sostanzioso ma altrettanto calcolato turn over – il prodotto finale non cambia di una virgola. A tal proposito ricordo di essere stato in tempi non sospetti buon profeta quando affermavo che con gli uomini giusti il gioco del mister gialloblù sarebbe stato più redditizio in serie A di quanto non lo fosse comunque nel campionato cadetto. E i risultati raggiunti non fanno altro che confermare questo concetto. Tuttavia paradossalmente il difficile arriva proprio adesso perché l’errore più grande sarebbe quello di abbassare la guardia o peggio ancora quello di lasciarsi andare a facili illusioni. Anche perché inevitabilmente in queste settimane i complimenti non sono certo mancati tra coloro vedono il Verona tra le possibili pretendenti ad una qualificazione in Europa League e quelli che arrivano addirittura a paragonare l’attuale squadra a quella indimenticabile che vinse lo scudetto tricolore.
In buona sostanza quindi siamo a metà dell’opera ma il “traguardo” raggiunto ci obbliga comunque a rimanere umili e con i piedi ben piantati a terra, consapevoli che non si è ancora fatto nulla. E questo già da domenica con l’insidiosa trasferta di Marassi contro un Genoa reduce da due vittorie consecutive, ma soprattutto rigenerato dalla cura Gasperini e desideroso di fermare la corsa dei gialloblù. Ma Mandorlini e suoi la pensano sicuramente in maniera diversa….
Enrico Brigi
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