Magazine Cultura

A mia madre – Pietro Valpreda, poesie dal carcere

Creato il 07 settembre 2012 da Peppinoimpastatoproject

A mia madre – Pietro Valpreda, poesie dal carcere

A mia madre

Madre…non piangere
asciuga gli occhi
tu che hai dovuto conoscere e affrontare
la bava, il sangue, il fiele
quando ormai cadevano le foglie
sui viali del tempo
Madre…non soffrire
solleva il capo
ora che hai dovuto comprendere
a prezzo del tuo sale
chi sono coloro che vollero:
le piramidi e gli altiforni
le frontiere e gli altari
le bilance e le serrature
e l’umanità stratificata
chi siano quelli che dissero…
di far bene a nome di tutte le madri.
Madre non urlare
morsicati le labbra.
Per l’esercito sconfinato di madri
che videro uscire dal proprio utero,
concime per
campi di battaglie, officine, miniere, zolle….e
cemento per
bandiere di cristallo
toghe di piombo
sudari mimetici e
templi del nulla.
Madre…non tremare
chiudi le tue mani a pugno.
Per chi invoca soffrendo, morendo, il tuo nome
sia vestendo una tunica ilota
che una tuta d’amianto
e sale il tuo nome madre:
dalle barricate della comune
dai monti in cui volò la cucaracia
dalle rosse risaie sino
a dove il dolore e lo sfruttamento divenne blues.
Madre…madre
dammi la tua mano
non sei tu la prima e altre ne verranno
che del proprio petto ne han dovuto fare una
tomba.

Pietro Valpreda, Poesie dal carcere napoleone editore 1972, pp.125 L.1000

progetto poesia e musica Pietro Valpreda, poesie dal carcere.

Share this:

  • Facebook
  • Email
  • Digg
  • Twitter
  • Stampa

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine