…poi volgo lo sguardo oltre le finestre,
oltre la tastiera del mio computer,
osservando con occhi diversi.
Vedo la siepe in fiore, l’acero sta crescendo
colorato di verde smeraldo,
ondeggia sereno, cullato dal vento.
Vedo l’ulivo severo e forte, rassicurante,
le rose sbocciate svolazzano
come signorine leggiadre che fanno ruotare le gonne..
Scorgo il cielo, non e’ più grigio,
ma di un azzurro celestiale,
indescrivibile, sembra
disegnato da un pittore
che ha mischiato ad arte i colori
sulla sua tavolozza.
E ti penso, ti risento vicina
nel lettone della nonna,quando
abbracciata a te ti chiedevo
“tata, voltami il cuscino”.
Tu mi rispondi, assonnata, “schiaccia un pisolino”.
E rivedo anche lei, sempre nei campi a lavorare,
e tu a ricoprire quello
che doveva essere il suo ruolo,
con serietà e senso del dovere,
quel ruolo di mamma che per via
di un antico errore,
non ha mai voluto compiere.
Tu maestra sapiente, tu diligente insegnante,
tu sorella maggiore, tu fredda e paurosa anima,
tu sempre con il giusto ma necessario distacco mi hai
amata,facendomi crescere.
Forse non l’hai voluto, forse non lo sapevi,
ma hai creato in me ancora più dipendenza da te,
scambiandoti sempre per nostra madre.
C’è una ragazzina che vuole
scappare e correre
dall’altra parte della strada,
vuole andare lontano
libera come il vento,
vuole rompere le catene.
Sento in lontananza
la flebile voce della nonna che vicina alla fine
dei suoi tormenti, mi chiama
per avere un sorso d’acqua.
Corro su per le vecchie scale di graniglia,
ne rovescio meta’, rischiando di cadere,
le porgo il bicchiere d’acqua, lei mi ringrazia,
con viso scarno e oramai morto.
Scappo dalla Robby per vedere Mauro di nascosto.
Mauro prima cotta terribile della mia vita,
Mauro che sorride sempre a questa bimba
di tredici anni già donna matura,
Mauro che deve sposarsi,
solo tu hai il coraggio e l’onestà di confessarmelo.
Quanto dolore la prima delusione!
Quanta amarezza e lacrime
che solo tu hai saputo
comprendere e consolare.
L’acero sta ancora muovendosi,
oggi con questo vento caldo
non smetterà di danzare.
La siepe è un trionfo di gemme rosse,
dentro ognuna di loro c’è tutto
il mio passato con i protagonisti
che lo hanno rappresentato.
Odo lontano una vocina nota,
dolce e severa allo stesso tempo,
sento sulla mia rosea guancia
una lieve carezza, fatta da mani lisce
e ben curate,ricevo un bacino piccolo ma dolcissimo
che mi fa scendere una lacrima di gioia.
E’ stato l’ulivo a baciarmi, mi sussurra che l’amore
che c’era era ed è reale,l’affetto sincero,
le sgridate per farmi crescere.
I sentimenti si fortificheranno sempre di più,
l’ulivo metterà altri rami e foglie nuove,
il tronco conterrà tutto quanto riusciremo
a darci di buono,mia dolce, cara,
insostituibile ed amatissima sorella.