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A Milano, Filippo Robboni - NON IO - a cura di Stefano Castelli

Creato il 21 marzo 2011 da Roberto Milani
Filppo Robboni, per mia ammessa ignoranza, non lo conosco così a fondo da potermi permettere qualsiasi giudizio. Posso solamente dire di avere visto qualche suo lavoro e mi questi ultimi mi hanno convinto.  Sono altresì in grado però, di giocare sulla fiducia visto la stima che nutro nei confronti di Stefano Castelli, curatore della mostra, e affermare che questa mostra è da vedere, per il motivo di cui sopra!
A Milano, Filippo Robboni - NON IO - a cura di Stefano CastelliFilippo Robboni
“NON IO”
A cura di Stefano Castelli
e con un testo di Giuseppe Genna

OSART Gallery, Milano
via fogazzaro 11
Dal 23 marzo al 30 aprile
Inaugurazione 23 marzo, h. 18.30 – 20.30
La galleria OSART presenta “Non io”, personale del pittore Filippo Robboni (Novara, 1980, vive e lavora a Milano). Sin dall’inizio della carriera, Robboni persegue una ricerca sulla figurazione che tende a ripensare i canoni del genere, adattandoli alle istanze del nostro tempo sia in senso estetico che a livello di contenuti. La sua pittura vive di due fasi concomitanti e volutamente stridenti: mentre affina al massimo livello l’esattezza e la ricchezza della pittura e della rappresentazione, contesta dall’interno il proprio soggetto e i canoni della tradizione figurativa.
La mostra “Non io” è interamente composta da acquerelli, nuovo banco di prova che consente alla ricerca di Robboni di orientarsi verso spiccate caratteristiche di sintesi e arditezza formale. Il soggetto umano è qui portato al massimo della tensione: la trama della pittura si condensa nel delineare l’incarnato, sospeso tra sussistenza e sfaldamento; dall’altro lato, la composizione e la concezione della figura sottopongono il soggetto a torsioni, frammentazioni, rotazioni, spingendo il ritratto al massimo della tensione, un attimo prima del punto di rottura. I volti sono colti in espressioni e gesti ambigui, spezzati da geometrie irregolari che rendono gli sfondi bianchi costitutivi tanto quanto le zone dipinte.
L’estrema anticonvenzionalità del trattamento di un soggetto classico come il ritratto costituisce allo stesso tempo un esperimento sulle possibilità linguistiche della pittura e un’incalzante interrogazione sul destino odierno e futuro dell’individuo.
L’esposizione comprende una decina di lavori di grande formato.
Oltre al testo del curatore, Stefano Castelli, la mostra è accompagnata da uno scritto di Giuseppe Genna, tra i maggiori protagonisti della letteratura italiana d’oggi. 

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