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“Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. Non si ripeta per favore”.
Papa Francesco, discorso a Lampedusa, 8 luglio 2013
È passato poco più di un mese, ma le parole di papa Francesco a Lampedusa ancora risuonano. Gli italiani non si sono limitati ad ascoltare, hanno fatto propria l’esortazione del pontefice. L’esempio più bello è costituito dal gruppo di bagnanti della spiaggia di Morghella, a Pachino (un piccolo paese in provincia di Siracusa), che ha aiutato la Guardia Costiera a trarre in salvo circa 160 migranti. Un turista ha scorto un barcone a pochi metri dalla riva e ha subito avvisato le autorità competenti: l’imbarcazione rischiava di capovolgersi a causa del vento e della risacca, a bordo si trovavano diverse donne incinte e una cinquantina di bambini. I bagnanti hanno atteso che il barcone si arenasse e poi, formando una catena umana, sono subito scattati ad aiutare i migranti che hanno provato a raggiungere la riva a nuoto. L’immagine è forte, e racconta di una solidarietà bella perché vera. Il più orgoglioso di tutti è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha commentato così l’accaduto: “Le immagini trasmesse ieri dalla tv delle decine di bagnanti, sulla spiaggia di Morghella – Pachino, che si sono spinti generosamente in mare per aiutare profughi provenienti dalla Siria, in gran parte bambini, a raggiungere la riva mettendosi in salvo, sono di quelle che fanno onore all’Italia”. Chissà qual è stato il commento di papa Francesco. Una cosa è certa: non avrà potuto fare a meno di sorridere.
Articolo di Alessandro Antonioli