A morte è ‘na livella. Il 15 luglio ricordare anche l’Agente Scelto Paola, non solo il Vice Questore Ammaturo

Creato il 08 luglio 2014 da Yellowflate @yellowflate

Ci sono morti e morti. Non è vero che, una volta trapassati, siamo tutti uguali. O meglio, diciamo che è chi resta che dà il peso alla morte.
Un peso dal valore relativo, individuale, fatto di simpatie, propensioni, interessi … Insomma di cose che riguardano solo i vivi!
“ ‘A morte è ‘na livella” recitava Totò … Ma la livella, a questo mondo, è manovrata dai vivi che molto spesso la mettono “in bolla” a loro piacimento.
Anche se la morte arriva per due soggetti nello stesso momento, nello stesso tragico evento, per lo stesso fatto delittuoso, capita allora che “la bolla” sia sfalsata solo perché chi “commemora” lo fa a proprio uso e consumo.
Accade. Sì, accade.
Accade ad esempio da diversi anni che, nel commemorare la rispettabilissima memoria del Vice Questore Antonio AMMATURO, morto nell’afoso pomeriggio del 15 luglio 1982 a Napoli, per mano di un commando delle Brigate Rosse, ci si dimentichi di “ricordare” anche il suo fidato autista e collaboratore, l’Agente Scelto Pasquale PAOLA, ucciso anch’egli nello stesso agguato terroristico.
Aveva 32 anni, Pasquale PAOLA. E a casa una moglie appena ventiquattrenne. Amava la divisa e per lui, fare il poliziotto era stato sempre un sogno, coronato poi nel 1970.
Con l’Agente Scelto PAOLA , il Vice Questore AMMATURO condivideva tutta la sua quotidianità. Era un rapporto fiduciario dentro il quale si sviluppava una familiarità. Perché oltre al lavoro, oltre alla divisa, oltre al rapporto gerarchico, c’è inevitabilmente un’umanità che prende corpo, che si dipana, che si espande. Perché siamo fatti di carne, sangue e sentimenti. Inevitabilmente.
Inevitabilmente ci si lega. Soprattutto quando, in determinati momenti storici, una figura istituzionale quale quella di AMMATURO era diventata un obiettivo dell’eversione terroristica. Uno poteva magari scegliere di fare altro. Eppure no. AMMATURO aveva continuato imperterrito il suo lavoro di servitore dello Stato. E Pasquale PAOLA era rimasto al suo fianco. Legato a doppio filo da un rapporto di lavoro ma anche di ammirazione e di attaccamento a quell’uomo.
La stima che AMMATURO aveva per PAOLA la si evince in modo chiaro dal racconto degli ultimi istanti del Vice Questore, attraverso le parole della moglie e della figlia: “Il caffè era quasi pronto, ma Antonio preferì scendere subito per non far aspettare Pasquale”. Un rispetto per l’uomo! Non prese il caffè per non farlo aspettare … Non un sottoposto. Non un subalterno. Un uomo, col quale si condivideva la quotidianità. E al quale non andava fatto perdere tempo nell’attesa.
A distanza di trentadue anni, proprio in virtù di questo rapporto, siamo quasi certi che, avendone la possibilità, il Vice Questore AMMATURO avrebbe espresso tutto il proprio dissenso per la sua commemorazione senza il ricordo di quell’uomo, PAOLA, che gli aveva fatto da autista negli ultimi tempi e che lo ha accompagnato anche in quell’ultimo viaggio.
Un dissenso che possiamo ampiamente fare nostro nel prendere atto che ogni qualvolta si commemori quell’attentato del 15 luglio 1984, ci si ricordi solo a margine (e a volte neanche!) dell’ Agente Scelto Pasquale PAOLA.
Ci piacerebbe, nel rispetto della memoria di chi ha dato la vita per servire lo Stato, che il 15 luglio fosse ricordato come l’anniversario dell’ “uccisione di Antonio AMMATURO e Pasquale PAOLA”, reintroducendo, a pieno titolo, il nome di quell’ Uomo e del suo sacrificio che la storia con la s minuscola e certi “organizzatori distratti” tendono a dimenticare.

Segreteria Provinciale Coisp Napoli


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