Qualche giorno fa abbiamo parlato dello sciopero della fame, promosso e realizzato, dalla giunta comunale di Napoli e da alcuni membri del consiglio, per protestare contro la mancata concessione di fondi (prima promessi e poi negati)da parte del Governo.
Così scriveva a tal proposito l’Assessore Marco Esposito:
Per anni nei Comuni è accaduto di tutto, senza controlli efficaci. A Roma – che è tre volte Napoli – è emerso un debito pari a dieci volte quello di Napoli. Ma a Roma il debito è stato nazionalizzato e i costi li paghiamo tutti noi. Per capirsi: i contribuenti napoletani versano e verseranno per un decennio 2 milioni annui per saldare il debito del Comune di Roma.
A Napoli si è detto: “No, il debito ve lo pagate da soli”. Abbiamo protestato con senso delle istituzioni, convocando un Consiglio comunale a Montecitorio. Abbiamo spuntato un prestito di 270 milioni – soldi da restituire, non i miliardi a fondo perduto assegnati a Roma – prestito condizionato a un drastico piano di risanamento tra il 2013 e il 2022. Il testo che impone tutto ciò ha il nome di decreto 174/2012.
Noi il piano previsto dal decreto 174 lo abbiamo approvato a gennaio ma il prestito non è ancora arrivato. Neppure quella quota di 50-60 milioni che ci è stata promessa. In compenso, è stato azzerato per il 2013 il Fondo sperimentale di riequilibrio, una risorsa fondamentale per un Comune popoloso e con modeste capacità fiscali autonome come il nostro.
Gli effetti si vedono: tasse locali ai massimi livelli e servizi sempre più scadenti, ogni settimana più lontani da quelli garantiti dalla Costituzione. Di fronte a questo scempio un gruppo di Consiglieri comunali di Napoli oggi ha detto basta e ha iniziato uno sciopero della fame a oltranza, con presidio permanente del Consiglio. Ho aderito subito all’iniziativa. E’ una questione di dignità e di diritti minimi di cittadinanza.
Non sono arrivati nè il fondo nè il prestito promesso. Cinque giorni fa, lo sciopero della fame è stato temporaneamente interrotto, a seguito della partecipazione del sindaco ad un'assemblea dell'Anci.
Così anche la parte sana e produttiva della città ha iniziato a muoversi e ribellarsi.
Da qualche giorno nella centralissima Piazza Garibaldi è comparso un grande manifesto (nella foto) apposto da un imprenditore partenopeo,proprio per protestare contro sperequazioni e differenze di trattamento poste in essere dal Governo ancora in carica.
l'Immagine ingrandita: http://sphotos-e.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/488009_10151826548158986_377843782_n.jpg