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“a night at the opera”…con il rock nel cuore

Da Postpopuli @PostPopuli

di Giacomo Parretti

Era il 21 novembre del 1975 quando uscì l’album, ancora oggi considerato dalla critica il più rappresentativo del loro stile, “A Night at the Opera“, partorito dalla penna magica dei Queen.

“A NIGHT AT THE OPERA”…CON IL ROCK NEL CUORE

A Night At The Opera – http://991.com

L’album segnò la consacrazione tra il rock e la musica classica, come del resto si può evincere dal titolo, e al suo interno vi sono 12 brani tra cui “You’re my best Friend“, “The Prophet’s song“, “Love of my life“, “Bohemian Rhapsody” e “God Save the Queen“.

L’album raggiunse il quarto posto delle classifiche statunitensi e fu registrato in vari studi nel Regno Unito. Ispirato ad un film dei fratelli Marx (“Una notte all’opera“, 1935), fu un lavoro pieno di sperimentazioni musicali, in cui venivano alternati appunto due generi solo idealmente contrapposti. L’idea fu assolutamente vincente, lo certifica la ripubblicazione del 1991 da parte della “Hollywood Records” e dato che fu il primo disco di platino della band di Freddy Mercury. Una riedizione invece avvenne sempre il 21 novembre ma del 2005. La “30th Anniversary Collectors Edition” al suo interno conteneva oltre che il CD rimasterizzato anche vari video clip di concerti con tanto di intervista ai membri della band.

Bohemian Rhapsody“, interamente scritto da Freddy Mercury, è il brano in assoluto più significativo dell’album, nonché tra i più famosi della storia recente della musica. “Mamma Mia Mamma Mia Mamma Mia Let Me Go!!!” è il coro che milioni di persone hanno cantato ascoltando il brano, sia su disco, sia riproposto dalle varie tribute band dei Queen, sia, per i più fortunati, chi ha potuto godersi un concerto live.

Introduzione, Ballade, Opera, Hard Rock. Queste sono le parti della canzone legate da innesti perfetti che con estrema disinvoltura ci trasportano da un genere all’altro. I Queen possono piacere o no, non si discutono i gusti, ma dal punto di vista musicale siamo davanti a qualcosa di clamorosamente geniale.

Freddy Mercury apre il brano chiedendosi se la vita è reale oppure solo fantasia, per poi chiudere dicendo che in fine dalla realtà non può esserci fuga.

Racconta la storia di un ragazzo che parla con sua madre prima di morire, confessando un omicidio. Dice alla madre di andare avanti, di non fermarsi, come se in definitiva non fosse poi così importante. Il ragazzo ammette di non voler morire ma accetta il suo destino e vola in cielo, dove ad attenderlo ci sono gli angeli e i demoni, che scambiano battute (la parte di Opera) continue decidendo quale sia il suo destino. Si chiedono se sia giusto o meno rimandarlo sulla terra dibattendo con forza “Bismillah! (In nome di Dio in arabo, parola con cui si aprono quasi tutte le sure del Corano) No! We will not let you go!”, dicono i demoni; “Let him go“, replicano gli angeli. La decisione finale è di rimandarlo sulla terra ma sotto forma, anch’esso, di demone.

Qui entra la parte hard rock con un’introduzione che fa da preludio ad una vera e propra esplosione caratterizzata dal “terzinato” che inevitabilmente coinvolge chi ascolta a saltare e ballare il brano, dove Freddy parla al suo interlocutore gridando: “Credi di potermi lapidare e sputarmi negli occhi? Credi di potermi prima amare per poi lasciarmi morire?“. Su questo concetto sembra quasi che Mercury attacchi religione e pena di morte. Successivamente invita il suo interlocutore ad andarse per poi arrivare alla conclusione del brano, nella quale riaffiora la dolcezza musicale e nel quale risponde alle domande precedenti riprendendo il tema iniziale, dicendo che poi alla fine, niente è importante.

Per me Freddy Mercury e i Queen hanno rappresentato una scuola musicale, e credo assolutamente che qualsiasi musicista, specialmente rock, debba avere nelle sue conoscenze anche la loro musica…e se non arrivano i successi, beh che importa…”Nothing really matters“.

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